L’emendamento, infatti, era stato introdotto nel decreto enti locali, in scadenza proprio domani. Per velocizzare l’approvazione, la maggioranza aveva una sola strada: il via libera da parte delle Commissioni Bilancio in sede deliberante, sia di palazzo Madama che di Montecitorio.
Una tabella di marcia serrata, che, appena ieri mattina, sembrava però alla portata, con due giorni davanti per arrivare al l’ok definitivo. Poi, ieri pomeriggio, la decisione dei partiti che sostengono l’esecutivo di Matteo Renzi: il provvedimento non verrà convertito e, per la seconda volta nell’arco di due mesi, sarà fatto decadere. Decisiva, secondo le ricostruzioni, la linea dura adottata dalle opposizioni di Lega Nord e MoVimento 5 Stelle, che hanno, di fatto, bloccato il decreto.
I termini per accedere alla sanatoria, rimangono, pertanto, gli stessi enunciati nella legge di stabilità 2014: il versamento, in un’unica quota, delle cartelle esattoriali emesse con forza di titolo esecutivo entro lo scorso 31 ottobre.
Secondo le specifiche del fisco, sono contenute nella finestra che si chiude domani anche le multe per infrazione al Codice della strada non pagate, o, ancora, il bollo auto non versato entro i limiti di tempo.
Escluse, invece, per una mancata indicazione nella legge di bilancio, le ingiunzioni fiscali emesse da enti di riscossione locale, un punto su cui l’emendamento relativo alla proroga sarebbe intervenuto in correzione e che invece rimane inalterato.
La sanatoria riguarda il pagamento entro domani, come si diceva, in un’unica soluzione, che consentirà l’applicazione del taglio su imposte, aggio della riscossione e sanzioni. In particolare, la sanatoria di Equitalia prevede che vengano eliminati dal calcolo dell’importo gli interessi da ritardata iscrizione al ruolo, cioè quel 4% annuo divenuto, dal primo ottobre 2009, 5,2%.
Qui tutte le istruzioni per la rottamazione delle cartelle
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