Tali contributi, se rivendicati, hanno una duplice funzione: incidono sia per la maturazione dei requisiti – dunque in ottica di pensione anticipata – sia per determinare il valore dell’assegno pensionistico.
Così, ecco l’elenco dei periodi non lavorativi riscattabili a fini pensionistici riconosciuti ufficialmente:
Periodi di lavoro non coperti da contribuzione
lavoro all’estero
corsi di laurea
congedo parentale
sospensione e interruzione del rapporto di lavoro
periodi di lavoro tra un rapporto e l’altro o di formazione-tirocinio
servizio civile
Nello specifico, ovviamente, moltissimi lavoratori sono interessati a riscattare gli anni trascorsi all’università, che prevede gli anni legali del corso – dunque, niente fuori corso – e interessa solo i lavoratori dipendenti, così come gli iscritti alle gestioni separate della previdenza.
Quali sono i requisiti per il riscatto?
L’unica condizione necessaria per poter usufruire del riscatto degli anni no lavorati a fini previdenziali, è quella di far valere almeno un contributo efffettivamente versato nell’Ago Ivs prima della data in cui è stata inoltrata la domanda.
Inoltre, no si deve essere già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto in qualsiasi regime di tipo pensionistico. Dal 2008, poi,potranno inoltrare domanda anchei soggeti no iscritti ad alcuna forma di previdenza.
Qual è il costo?
PEr ogni anno riscattato, viene richiesto il versamento di un contributo equivalente al minimo imponibile annuo di artigiani e commercianti, moltiplicato per l’aliquota di computo delle prestazioni. Resta la possibilità di dedurre a fini fiscali i contributi versati per il riscatto.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento