Uniche defezioni, ma di peso, nell’elenco dei soggetti che stanno andando a colloquio con il presidente della Repubblica, il MoVimento 5 Stelle e la Lega Nord, che ha seguito i grillini a ruota nella decisione di disertare le consultazioni 2014.
Scongiurato il passaggio in aula che avrebbe certificato la mancanza dei numeri necessari a Enrico Letta, il quale sarebbe stato sfiduciato dal suo stesso partito, dunque, la crisi dovrebbe risolversi nell’arco di pochissime ore.
Già in giornata, infatti, il Quirinale potrebbe ufficializzare la consegna del mandato di formare il nuovo governo a Matteo Renzi, ormai lanciatissimo verso palazzo Chigi.
Così, ora impazza già il totoministri per la squadra di Renzi, che, presumibilmente, entrerà in servizio nei primi giorni della prossima settimana.
Sembra che il sindaco di Firenze e premier in pectore abbia espresso la propria preferenza per un esecutivo di 12-13 ministri, con Angelino Alfano confermato vicepremier, ma questa volta senza ministeri a corredo.
Sicuramente, un posto importante verrà riservato a Graziano Delrio, vicino a Renzi sin dalle prime battute, che dovrebbe lasciare il ministero per gli Affari Regionali per la poltrona ben più centrale di sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Naturalmente, le alleanze saranno determinanti per l’attribuzione dei ministeri: non si potrà fare a meno di assegnare qualche dicastero importante a Scelta civica, così come ai falchi di Ncd.
Così, sono in lizza Andrea orlando, Beatrice Lorenzin e anche Emma Bonino per la riconferma agli attuali ministeri di Ambiente, Salute e Esteri, mentre la vera partita si gioca sui ministeri chiave.
All’Economia, potrebbe approdare Lucrezia Reichlin, che deve vedersela con uomini di punta come Lorenzo Bini Smaghi, Fabrizio Barca o Tito Boeri. Per il Lavoro, due linee opposte: o affidarsi all’esperienza in materia di Guglielmo Epifani, oppure puntare su Marianna Madia, già nella segreteria di Renzi nel Pd. Allo stesso modo, un dicastero sembra scontato per Maria Elena Boschi, fedelissima del neo premier e altro esponente del cerchio ristretto di fiducia.
Alla Giustizia, scontato l’addio di anna MAria Cancellieri, tra i più criticati del governo Letta, è in arrivo il vicepresidente Csm Michele Vietti, anche se rimane papabile l’ex numero uno della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick.
Allo Sviluppo Economico,il posto di Flavio Zanonato è conteso tra Andrea Guerra – ad di Luxottica – e Vittorio Colao, guida di Vodafone. Stuzzicano le idee Baricco e Farinetti, mentre potrebbero tornare in auge vecchie volpi come Arturo Parisi o Bruno Tabacci.
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