Secondo quanto sottolinea l’associazione di categoria, infatti, il miliardo che, oggi, lo Stato incasserà con il pagamento della maggiorazione Tares in scadenza, sarà solo il primo passaggio di un 2014 che, sul fronte fiscale, si annuncia terribile.
Proprio in merito ai rifiuti, Confcommercio mette in risalto come, con il passaggio ala Tari e quindi alla componente della Iuc che riguarderà i volumi prodotti di spazzatura, famiglie e imprese potrebbero andare incontro a rincari pazzeschi, addirittura, in alcuni casi, vicini al 600%.
Nel campione preso in esame dall’analisi, infatti, si mette in luce come, il tributo introdotto dalla legge di stabilità 2014, potrebbe arrivare a un peso davvero oltre ogni previsione. Lombardia, Piemonte, Toscana, Puglia, Sicilia sono le regioni su cui è stata proiettata la possibile incidenza della Tari a partire da domani. E il responso è stato drammatico: un altro salasso incombe sui contribuenti italiani, dopo i pagamenti di conguagli e tributi fuori tempo massimo, proprio come mini Imu e la Tares di oggi.
Ecco le considerazioni di Confcommercio:
“Con il passaggio alla TARI, per i Comuni che non erano ancora passati a un regime tariffario rispetto alla vecchia TARSU, l’incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti sarà pari al 290% e, per alcune tipologie di impresa, sarà ancora più salato: per un bar, infatti, l’aumento sarà di oltre il 300%, fino ad arrivare ad una maggiorazione di circa sei volte per un ristorante (+480%) e, addirittura, di quasi otto volte per un negozio di ortofrutta (+650%) o una discoteca (+680%); incrementi molto rilevanti e ingiustificati che derivano essenzialmente dall’adozione di criteri presuntivi e potenziali e non sulla reale quantità di rifiuti prodotta; una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese della distribuzione e dei servizi di mercato che impone la necessità di rivedere al più presto la struttura dell’attuale sistema di prelievo sulla base del principio “chi inquina paga” e ridefinire con maggiore puntualità coefficienti e voci di costo distinguendo, in particolare, tra utenze domestiche e non domestiche e tenendo conto anche degli aspetti riguardanti la stagionalità delle attività economiche.”
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