Ora, però, tocca ai proprietari di seconde e terze case, abitazioni di pregio, ma anche, e soprattutto imprese, con lotti e capannoni che sono sottoposti a tassazione senza particolari bonus o agevolazioni. Così, sono chiamati al versamento dell’imposta ben 13 milioni di cittadini, ossia, è stato calcolato, l’80% dei sottoposti a imposizione fiscale nel Paese.
Quasi l’intera popolazione fiscale italiana, dunque, ricade nella scadenza odierna, che, a pochi giorni dall’inizio della fine dell’anno e le usuali incombenze che questo significa a livello fiscale e retributivo per le imprese, obbliga a sborsare cifre, in più casi, tutt’altro che di poco conto. E’ il vero salasso di fine 2013 e si abbatte, in primo luogo, su commercianti, artigiani, liberi imprenditori e proprietari di seconde case.
A farne le spese maggiori, in sostanza, la celebre categoria D secondo le suddivisioni catastali che, in attesa della riforma del catasto ancora giacente nelle commissioni con la delega fiscale, si vedono incrementato, dapprima, il moltiplicatore per la definizione della base imponibile, passato dal 60 in vigore fino all’ultima rata, al 65 attuale. Quindi, a rendere ancora più nefasta la data di oggi per i contribuenti soggetti al pagamento Imu ci saranno le famigerate aliquote, salite quasi ovunque come hanno accertato le ultime delibere comunali: oltre 4mila località, infatti, le hanno ritoccate, di cui ben 50 capoluoghi comunali.
Tanto per avanzare una stima, si è calcolato che, in quei pochi Comuni dove l’aliquota non abbia subito revisioni, l’inasprimento della rata sarà pari al 16,6%: insomma, può solo andare peggio dove invece la percentuale sottoposta a imposizione è stata rivisitata.
E non è finita: oltre all’aumento quasi generale delle aliquote, per le seconde case è in arrivo anche la novità dell’Irpef sulle seconde case, riesumata nei mesi scorsi per effetto delle misure che hanno portato all’abolizione della rata di giugno per le prime case e lo spostamento parziale di quella fissata per oggi al vicino 16 gennaio.
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