Bonus mamme 2025 bloccato: manca il decreto, sgravi ancora fermi

Senza decreto operativo, con importi e istruzioni, non si può ancora chiedere il bonus.

Redazione 10/03/25

Fatta la legge serve un decreto attuativo: ecco perché ad oggi il bonus mamme lavoratrici 2025 non può ancora essere né richiesto né erogato. Il governo non ha ancora adottato il provvedimento di attuazione necessario a spiegare i dettagli operativi della misura: modalità, importi, erogazione, pagamento.

C’è insomma solo l’involucro legislativo, manca la ciccia, lo sgravio concreto nelle buste paga delle lavoratrici madri (domestiche escluse), a più di due mesi dall’entrata in vigore della Manovra di bilancio 2025, che lo ha esteso anche alle mamme che svolgono lavoro autonomo.

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Decreto necessario
La Legge di bilancio ha previsto per il 2025 un’esenzione parziale dal pagamento dei contributi previdenziali per le lavoratrici madri con un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, in presenza di specifici requisiti (il cosiddetto bonus mamme). Non è stata rinnovata invece la sperimentazione 2024, che permetteva anche alle madri con due figli di accedere allo sgravio totale dei contributi IVS, fino ai 10 anni del figlio più piccolo.

La stessa manovra 2025 però ha demandato tutti gli aspetti operativi a un successivo decreto a firma del ministro del Lavoro, per fornire istruzioni sulla richiesta del nuovo bonus mamme.

Il decreto ministeriale doveva essere adottato entro 30 giorni dall’entrata in vigore della manovra, quindi entro il 31 gennaio. All’interno del provvedimento deve essere indicata, con dovizia di particolari, la disciplina delle modalità attuative di quanto previsto, e, in particolare, la misura dell’esonero contributivo, le modalità per il riconoscimento dello stesso e le procedure per il rispetto delle risorse stanziate.

Dettagli più che necessari, se pensiamo che il meccanismo di quest’anno sarà diverso da quello dello scorso anno. Dal 1° gennaio 2025, infatti, sarà applicato il nuovo schema, che prevede 3 figli a carico (il più piccolo dei quali deve meno di 10 anni), un tetto massimo di reddito annuo di 40.000 euro per l’accesso all’agevolazione e un’esenzione contributiva totale.

La stessa Inps, nel suo messaggio dello scorso gennaio con le prime indicazioni sul bonus mamme, sottolineava che, per usufruire dell’esonero contributivo, sarà necessario attendere la pubblicazione del decreto attuativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Una volta pubblicato il decreto:

  • il datore di lavoro potrà iniziare ad applicare l’esonero in busta paga;
  • le lavoratrici dovranno presentare un’autocertificazione attestante il numero dei figli e la loro età;
  • l’INPS fornirà ulteriori indicazioni sulle modalità di richiesta e verifica dei requisiti.

Bonus mamme ancora inapplicabile
“A due mesi dell’entrata in vigore della Legge di Bilancio, il Governo non ha ancora adottato il decreto necessario a definire importi, modalità attuative e procedure per il riconoscimento del nuovo ‘Bonus Mamme’, impedendo a tante lavoratrici di beneficiarne. È un ritardo inaccettabile”. È ha denunciato la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.

“Con la Legge di Bilancio 2025, da quest’anno, alle lavoratrici dipendenti, escluse le lavoratrici domestiche, e a quelle autonome, madri di due o più figli, fino al compimento del 10° anno del figlio più piccolo, e dal 2027 alle lavoratrici madri di tre o più figli fino al compimento del 18° anno del figlio più piccolo, è riconosciuto un parziale esonero contributivo. A condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore a 40 mila euro annui. L’Esecutivo – sottolinea – avrebbe dovuto emanare entro gennaio il decreto attuativo, cosa di cui non c’è ancora alcuna traccia”.

Risultato: le mamme lavoratrici, pur avendo i requisiti, non possono ancora vedersi applicare lo sgravio previsto dal bonus mamme 2025.

Come funziona il bonus mamme lavoratrici 2025
Riassumendo la misura, il comma 219 della Manovra 2025 introduce un nuovo esonero contributivo parziale per le lavoratrici madri di due o più figli, con alcune differenze rispetto all’esonero totale del 2024:

  • chi ha tre figli continuerà a percepire con il vecchio esonero del 100% fino al 2026;
  • non possono accedere al nuovo esonero parziale per le mamme con due figli (comma 219 della Legge di Bilancio 2025), perché la legge dice chiaramente che il nuovo bonus NON spetta alle madri che già beneficiano del comma 180.

    RIASSUMENDO

    ✅ Mamme con tre o più figli
    – Continueranno a beneficiare dell’esonero totale fino al 31 dicembre 2026.
    – Il bonus si applica se il figlio più piccolo ha meno di 18 anni.
    – È riservato a lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato (esclusi i rapporti di lavoro domestico).
    Novità: Se una lavoratrice avrà un terzo figlio nel 2025 o 2026, il bonus scatterà dal mese della nascita (o affido/adozione).

    ❌ Mamme con due figli (nate fino al 2024)
    – Nel 2024 hanno beneficiato di un’esenzione totale (in via sperimentale), ma questa misura cessa il 31 dicembre 2024.
    – Dal 1° gennaio 2025, le mamme con due figli non rientrano più in questa agevolazione specifica.

    ✅ Nuovo esonero contributivo 2025 per mamme con due o più figli
    Dal 2025 è previsto un nuovo esonero parziale, ma con alcune differenze:
    – Si applica a lavoratrici dipendenti e autonome (con determinati requisiti di reddito).
    – Vale per mamme con almeno due figli (non solo tre).
    – Il bonus dura fino ai 10 anni del figlio più piccolo.
    Non è cumulabile con l’esonero previsto per le madri di tre figli (comma 180).
    – È soggetto a un tetto di reddito di 40.000€ annui.
    – La misura dell’esonero sarà definita con un decreto attuativo (ancora mancante).

    Quindi, le mamme con due figli avranno ancora diritto a un bonus nel 2025?
    La risposta è si, ma con regole diverse rispetto allo scorso anno: non sarà più l’esonero del 100% che avevano nel 2024. Ci sarà un nuovo sgravio parziale per lavoratrici dipendenti e autonome, ancora da definire nel dettaglio. Il beneficio sarà limitato fino ai 10 anni del figlio più piccolo. Non potranno averlo le madri con tre figli che già rientrano nel comma 180.

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