Ok al primo Disegno di legge sulle PMI: stretta recensioni online, turn over, contratti. Le novità

Via libera dal CDM al primo disegno di legge organico sulle PMI. Ecco un focus.

Redazione 14/01/25

Debutta il primo disegno di legge sulle PMI. La novità arriva dal tavolo del Consiglio dei ministri, che ha approvato in via preliminare il primo provvedimento organico sulle piccole medie imprese, proposto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Sostegno al settore moda, stretta sulle recensioni online, staffetta generazionale e regole sullo smart working, mini contratti di sviluppo: sono questi i punti principali toccati dal testo, che dovrà ora iniziare il suo il iter per l’approvazione definitiva.

 Il ddl rappresenta la prima attuazione dell’art. 18 della Legge 180 del 2011, che aveva previsto l’adozione di una legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese, “impegno disatteso da tutti i governi che ci hanno preceduto e che noi – ha affermato Urso – intendiamo rispettare puntualmente ogni anno, come stiamo facendo per la legge annuale sulla concorrenza, secondo una chiara visione strategica”.

Ecco un focus sulle principali misure della nuove legge sulle PMI.

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Indice

Legge sulle PMI: sostegno al settore moda

Una delle novità focali del disegno di legge sulle PMI è l’introduzione dei “mini contratti di sviluppo”, pensati per il settore della moda, un comparto di oltre 53mila aziende, con un fatturato di circa 100 miliardi di euro. Lo stanziamento previsto ammonta a 100 milioni di euro, destinati a sostenere progetti di investimento con un valore compreso tra 3 e 20 milioni di euro. Questi fondi serviranno a favorire la transizione delle imprese verso un modello di economia più sostenibile e a promuovere la digitalizzazione, una necessità evidenziata dal fatto che solo il 37% delle piccole imprese del settore ha investito finora in questa direzione.

Arrivano le Centrali consortili per le imprese

Un altro elemento chiave del disegno di legge sulle PMI, varato in CDM, è la creazione delle “Centrali consortili”, nuovi enti giuridici nate per coordinare le attività dei consorzi di filiera esistenti. Saranno enti posti sotto la vigilanza esclusiva del Ministero delle imprese e del Made in Italy e favoriranno modelli di cooperazione solidali ed efficienti, contribuendo alla crescita delle PMI.
Compito del governo è definire entro 12 mesi le modalità di funzionamento e di vigilanza delle Centrali consortili. L’obiettivo è rafforzare la competitività e l’innovazione delle PMI, migliorando la loro capacità di affrontare le sfide del mercato globale.

Riordino delle norme sui Confidi

Per facilitare l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese, il disegno di legge prevede una delega al Governo per il riordino della normativa relativa ai Confidi, a oltre vent’anni dall’emanazione della legge in materia. Tra le modifiche previste:

  • revisione dei requisiti di iscrizione all’albo previsto dall’articolo 106 del Testo Unico Bancario (TUB).
  • ampliamento delle attività consentite ai Confidi.
  • promozione di processi di aggregazione mediante agevolazioni normative.
  • riduzione dei costi di istruttoria per la valutazione del merito creditizio delle imprese.

L’intervento mira a semplificare e riorganizzare le regole esistenti, migliorando l’efficienza e l’operatività dei Confidi, strumenti fondamentali per garantire il credito alle PMI.

Incentivi fiscali

Per favorire la creazione di reti d’impresa, verranno introdotti incentivi fiscali ad hoc. Le imprese che aderiscono a un contratto di “rete soggetto” potranno beneficiare della sospensione d’imposta sulla quota di utili destinata a investimenti comuni. L’agevolazione, finanziata con 45 milioni di euro tra il 2027 e il 2029, riguarderà gli utili realizzati nel triennio 2026-2028 e destinati al fondo patrimoniale comune.

Staffetta per occupazione giovani

Un’ulteriore misura del provvedimento punta al ricambio generazionale nelle imprese. Il disegno di legge sulle PMI introduce un sistema di “staffetta generazionale”, pensato per agevolare il pensionamento flessibile dei lavoratori anziani e favorire l’ingresso di giovani under 35 nel mondo del lavoro. La misura, valida per le imprese fino a 50 dipendenti, prevede:

  • la possibilità per i lavoratori vicini alla pensione di ridurre l’orario di lavoro tra il 25% e il 50% negli ultimi due anni di attività.
  • L’assunzione contestuale di giovani lavoratori a tempo indeterminato per garantire il passaggio di competenze e know-how.

Questo sistema sarà operativo dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027 e contribuirà a favorire un ricambio generazionale ordinato e sostenibile.

Stretta alle recensioni online

Il provvedimento varato interviene anche nel settore della ristorazione e del turismo per contrastare il fenomeno delle false recensioni online. La normativa prevede l’obbligo di verificare l’attendibilità delle recensioni, che potranno essere rilasciate solo da consumatori che abbiano effettivamente usufruito del servizio o acquistato il prodotto recensito.

Sulla base delle nuove regole in arrivo:

  • le recensioni devono essere sufficientemente dettagliate e pertinenti rispetto al servizio o al prodotto offerto. Il consumatore infatti potrà lasciare una recensione motivata entro 15 giorni dall’utilizzo del servizio recensito;
  • il legale rappresentante dell’impresa recensita ha diritto di replica e può richiedere la cancellazione di recensioni false o ingannevoli.
  • sono vietate la compravendita e la diffusione di recensioni a pagamento.

Compito dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) sarà disciplinare i codici di condotta per gli intermediari e i soggetti attivi nella diffusione di recensioni online, adottando misure tecnologiche adeguate a prevenire frodi e distorsioni dell’informazione.

Smart working nelle PMI

Infine, il disegno di legge introduce nuove disposizioni in materia di sicurezza e prevenzione per il lavoro agile. In particolare, si stabilisce l’obbligo per il datore di lavoro di fornire al lavoratore e al suo rappresentante un’informativa scritta annuale sui rischi connessi allo smart working. Sono previste sanzioni per i datori di lavoro che non rispettano questi obblighi informativi.

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Foto copertina: istock/Khanchit Khirisutchalual

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