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I panni sporchi (non) si lavano in homepage
Quando senti il bisogno irrefrenabile di raccontare un episodio imbarazzante su un tuo amico o parente, quando credi che il microcosmo web che hai intorno non possa sopravvivere senza sapere la tua opinione su un fatto che, anche indirettamente, potrebbe rovinare la reputazione di altre persone oppure quando, più semplicemente, ti vuoi vendicare di un torto subito denigrando sui social il responsabile: fermati per un attimo, allontana le mani dalla tastiera e chiediti se non sia il caso di tornare ai vecchi e sani rimedi.
Alzare semplicemente la cornetta del telefono, bussare al campanello o organizzare appostamenti tattici per quella che sembra una concessione passata, una scenata bella e buona, potrebbe salvare la tua reputazione social ma, soprattutto, essere l’alternativa più conveniente per il portafogli.
Il confort offerto da un litigio 2.0 dietro ad uno schermo non ti mette, infatti, al riparo dalle conseguenze penali e civili dei tuoi insulti. Quando una frase inopportuna, una foto o un video ledono il decoro o l’onore di un’altra persona, possono presentarsi gli estremi per il reato di diffamazione aggravata.
In tal caso, la particolare gravità dell’offesa deriva dalla capacità dei social network di raggiungere un numero indeterminato di persone attraverso meccanismi non sempre controllabili, provocando un danno di entità ancora maggiore per il destinatario dell’offesa. Potrebbe, quindi, esserti inflitta la reclusione da sei mesi a tre anni o una multa non inferiore ai 516 euro.
2. Da consumarsi preferibilmente lontano dai pasti
Ci sono leggi non scritte che governano il mondo dei social network a tavola: non puoi assolutamente afferrare la forchetta senza prima fare e condividere una foto del piatto; il tuo cibo deve essere bello, non saporito; se sei stanco della tua vita d’ufficio, puoi sempre mollare tutto e fare il food blogger, poco importa che il tuo piatto forte sia la frittata. A quanto pare sei anche l’unico a mangiare per davvero il cibo che pubblichi.
L’utilizzo dei social network a tavola contribuisce alla cattiva alimentazione perché distoglie l’attenzione verso quello che si mangia e spinge a consumare distrattamente junk food. L’altro problema è di tipo sociale perché, quello che dovrebbe essere un momento di condivisione di cibo e tempo, diventa un’occasione di condivisione di link e immagini.
L’incapacità di distaccarsi da smartphone e tablet durante i pasti potrebbe, infine, incidere sulle dinamiche comportamentali, aumentando le possibilità di sviluppare dipendenze da internet. Insomma, se non vuoi finire a vedere il cibo solo in foto assieme ai tuoi amici virtuali, mangia un piatto di pasta con quelli veri.
3. Non accettare link dagli sconosciuti
Se mai ti dovesse arrivare un’email che richiede l’aggiornamento delle tue credenziali d’accesso ai social network, sappi che sei vittima di una vera e propria truffa virtuale chiamata phishing. Fornire le tue password renderebbe vulnerabili tutte le informazioni sensibili contenute sul social ma anche tutti i dati che proteggi con le stesse chiavi d’accesso.
Solitamente il messaggio è accompagnato da un link che rimanda a una foto o a un video che potrebbero incuriosirti; devi cancellare la mail senza aprire l’allegato. Se il mittente del messaggio di posta è un tuo amico, ti conviene avvisarlo perché, molto probabilmente, ignora di essere stato infettato; se il mittente è sconosciuto o dice di essere uno pseudo amministratore del social, devi segnalare il problema.
Ricorda che Facebook, il portale maggiormente colpito dalla truffa del phishing, comunica con te tramite mail solo al momento della registrazione mentre, successivamente, utilizza le notifiche nella parte in alto a destra della pagina.
- Per approfondire l’argomento, la redazione consiglia l’articolo: Facebook occhio alla truffa, non verificare l’account
4. Il mattino ha l’oro in bocca ma il pomeriggio ha il like in mano
Non pensare che la popolarità di un tuo post sia determinata solo dalla qualità del contenuto o dalla tempestività rispetto ad un fatto accaduto. Spesso la chiave vincente per dare più visibilità a quanto pubblicato consiste nello sfruttamento dell’orario in cui il social network viene maggiormente utilizzato.
Le regole del web sconvolgono tutte le logiche del lavoro quindi, se il tuo consiste nell’essere popolare, oltre ad essere molto fortunato rispetto a noi comuni mortali, devi essere paziente, prendertela con comodo e aspettare il primo pomeriggio. Infatti, specialmente su Facebook, intorno alle 13.00 si ha il picco massimo di condivisioni e alle 15.00 si raggiunge il numero maggiore di click.
Se vuoi essere eccessivamente diligente, devi postare di più il giovedì ed il venerdì perché, nei primi tre giorni della settimana, si registra una diminuzione del 3,5% del tasso di coinvolgimento sui post.
5. Tenere fuori dalla portata dei bambini
Condividi spesso le foto dei tuoi figli sui social network? Fai attenzione perché potresti pentirtene. La pericolosità data dalla pubblicazione delle immagini dei tuoi bambini non è dettata solo dalla possibilità che possano essere modificate e utilizzate per altre finalità come quelle pedopornografiche ma anche dal fatto che la leggerezza utilizzata nella condivisione, in particolari situazioni, potrebbe ritorcersi contro di te.
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La scelta di mostrare le foto dei propri bambini sui social è presente in molte cause di separazione che la utilizzano per dimostrare l’inaffidabilità dell’ex coniuge. Un volta cresciuti, inoltre, i figli potrebbero teoricamente denunciare i genitori per aver trasmesso delle immagini in modo improprio. In Francia, ad esempio, la corretta applicazione della legge sulla privacy, prevede una multa fino a 45mila euro per la divulgazione di immagini private senza autorizzazione.
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