Tetto al contante 2022, il dietrofront: il limite torna a 2.000 euro. Cosa cambia

Governo va sotto sul Milleproroghe in Commissione: il limite al contante non scende più a mille euro nel 2022.

Chiara Arroi 17/02/22
Ennesimo colpo di scena sul tetto al contante 2022. La notizia che da quest’anno sarebbe partito il limite di mille euro per i trasferimenti e prelievi in cash è già da mandare in soffitta, perché si è appena concluso uno scontro acceso nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali alla Camera durante l’esame delle modifiche al dl Milleproroghe.

Era infatti scattata da poche settimane nuova stretta sui pagamenti con l’ennesimo tetto contanti imposto dal 1° gennaio 2022. La regola era che si poteva trasferire denaro contante solo fino a un massimo di 1.000 euro.

Durante le votazioni notturne del 16 febbraio il governo è andato sotto quattro volte, e una di queste riguardava proprio la stretta sui contanti, che dallo scorso primo gennaio era sceso a mille euro, e che ora tornerà ancora a 2.000 euro per tutto il 2022. Significa che la soglia massima dei mille euro sarà rimandata al 1° gennaio 2023. 

Il limite di 1.000 euro saltato per quest’anno è un effetto del decreto fiscale collegato alla precedente Legge di bilancio 2020 (quella partorita dal governo Conte bis, per capirci). Questo provvedimento aveva già previsto modifiche da luglio 2021, abbassando il limite del pagamento in denaro da 3 mila euro a 2 mila euro. Aveva però anche annunciato che a partire da inizio 2022 questo limite si sarebbe inasprito ulteriormente, scendendo a 1.000 euro, o più tecnicamente; 999,99 euro.

Pagamenti contanti: scadenza limite 2 mila euro

A fine anno, e cioè il 31 dicembre 2021, scadeva l’attuale limite all’utilizzo del denaro contante e dei titoli al portatore in Italia per incentivare nel Paese il ricorso alle transazioni digitali e per contrastare l’evasione fiscale e il fenomeno dei pagamenti in nero. Si tratta del tetto di 2 mila euro in contanti, che era stato introdotto dal governo Conte bis con il Dl 124/2019, ossia il Decreto fiscale collegato alla Manovra 2020.

La misura è linea con l’obiettivo di combattere l’evasione fiscale e contrastare i pagamenti in nero.

Nel capitolo “Misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva ed alle frodi fiscali” di questo collegato venivano introdotte all’articolo 18 “Modifiche al regime dell’utilizzo del contante”, sancendo che “A decorrere dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, il divieto di cui al comma 1 e la soglia di cui al comma 3 sono riferiti alla cifra di 2.000 euro. A decorrere dal 1° gennaio 2022, il predetto divieto e la predetta soglia sono riferiti alla cifra di 1.000 euro.”.  

Fino a fine 2021, in pratica, il limite massimo per acquisti e vendite in Italia e all’Estero era fissato a 1.999,99 euro (simbolicamente 2 mila euro) per ogni pagamento o transazione frazionati effettuata. Dopodiché sarebbe sceso a mille euro a partire dal 1° gennaio 2022.

Le carte in tavola sono ora cambiate: il limite massimo di 1.999,99 euro non scadrà più a fine 2021, bensì a fine 2022. Per tutto quest’anno si potrà ancora trasferire denaro cash fino a questa soglia.

>> Le misure nella Legge di bilancio 2020 <<

Pagamento in contanti: si torna a 2.000 euro nel 2022

In pratica ci troviamo di fronte a due situazioni:

>> Manovra 2020: tutte le novità sull’uso di contanti e carte di credito >>

Quali sono i pagamenti contanti con limite 2.000 euro

Quando diciamo tetto massimo al pagamento in contante ci riferiamo a una soglia che non deve essere superata da applicarsi a tutte queste tipologie di transazioni effettuate:

  • trasferimento di denaro contante in euro o in valuta estera,
  • Trasferimento di titoli al portatore in euro o valuta estera,
  • libretti di deposito bancari o postali al portatore;

effettuati a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche.

Per citare alcuni esempi di tipologie di acquisti (beni e servizi) che devono sottostare al tetto di 2.000 euro in contanti:

  • in negozi e alimentari,
  • catene commerciali,
  • dal dentista
  • dal veterinario,
  • dall’elettricista.

Il divieto vale anche per acquisti frazionati in modo artificioso: cioè se vengono effettuati con più pagamenti inferiori alla soglia che appaiono artificiosamente frazionati. In che senso?

  • se vengono fatti con cadenza prestabilita e per un circoscritto arco di tempo;
  • se non è possibile stabilire l’arco di tempo di riferimento ci si riferisce a quello indicato dalla legge, 7 giorni.

Tetto contanti 2.000 euro: consentiti i pagamenti misti

Sarà permesso tuttavia però suddividere la cifra che si deve sborsare tra contanti e pagamento tracciabile (esempio bancomat, carta di credito, bonifico, ecc.).

Ad esempio, se la cifra totale corrisponde a 1600 euro, possiamo scegliere di trrasferire denaro suddiviso in questo modo: 600 euro in cash e i restanti 1.000 euro con bancomat o bonifico.

Tetto al contante 2.000 euro: esclusi prelievi e versamenti

Può stare tranquillo che deve prelevare o versare cifre sopra i 1.000 euro in banca o posta. Queste transazioni sono escluse dal tetto contanti di 1.000 euro. Questo perchè in questi casi non c’è di mezzo una transazione tra privati, ma un’operazione con il proprio istituto di credito:

  • si potrà ritirare allo sportello bancomat una cifra superiore a 1.000 euro (o meglio 999,99 euro),
  • si potranno versare importi in contante superiori a 1.000 euro (o meglio 999,99 euro).

Per intenderci possiamo tranquillamente andare in banca e prelevare 2.300 euro; allo stesso modo possiamo recarci allo sportello bancario e versare 1.800 euro. Questo perchè la transazione riguarda solo noi e nessun altro. Quei soldi possiamo sempre averli risparmiati nel tempo in piccole cifre. Nulla dice che quegli importi corrispondano ad evasione fiscale.

Tetto al contante 2.000 euro: le sanzioni

Conviene attenersi alle regole dal 1° gennaio 2022, perchè chi non lo fa rischia sanzioni, cioè:

  • multa di 1.000 euro (999,99 euro) per i privati cittadini che superano il tetto
  • multa tra 3 mila e 15 mila euro per i professionisti che superano il tetto.

 

 

Chiara Arroi

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