Conte ha così annunciato la firma del nuovo Decreto “Io resto a casa”, che ha trasformato l’Italia in una grande area protetta. Si tratta del Dcpm 9 marzo 2020 pubblicato ieri sera, 9 marzo, e in vigore già da oggi 10 marzo 2020.
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L’annuncio di Conte: tutta l’Italia sarà zona protetta
Il premier ha annunciato in conferenza stampa ieri sera, 9 marzo, di aver preso una “Nuova decisione come governo. Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini. Tempo non ce n’è. I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, dei ricoverati in terapia intensiva e delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora. Dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo a queste nuove misure”.
“Ho deciso di adottare misure ancora più forti e stringenti per contenere l’avanzata del coronavirus – ha continuato il premier. Per questo sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con l’espressione “io resto a casa”. Non ci sarà più una zona rossa, una zona 1 e 2, ci sarà l’Italia come zona protetta”.
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Coronavirus Le regole valide in tutta Italia
Sempre il Premier, nell’annunciare il nuovo Dcpm, operativo da questa mattina 10 marzo, ha ricordato i divieti e le imposizioni valide per tutti, in tutto il Paese:
“Sono costretto a intervenire in modo più deciso per proteggere tutti noi e le persone più fragili e vulnerabili. La decisione giusta oggi è di restare a casa. ognuno deve fare la propria forte. Per questo da oggi su tutto il territorio della penisola varranno le misure già disposte su tutto il territorio nazionale”.
In breve ecco i divieti e le regole, che fino al 9 marzo erano validi perlopiù in Lombardia e nelle 14 province, e che dal 10 marzo sono estesi a tutta Italia:
- Evitare gli spostamenti, a meno che non ci siano queste circostanze: lavoro, necessità, motivi di salute. E’ prevista l’autocertificazione per giustificare lo spostamento
- divieto assembramenti all’aperto in locali aperti al pubblico
- “Abbiamo anche adottato anche un’altra misura per le manifestazioni sportive, ha spiegato Conte: non c’è ragione per cui proseguano, compreso il campionato di calcio, le palestre”
- locali e ristoranti aperti dalle 6 alle 18, con tutte le restrizioni imposte sul rispetto delle distanze di sicurezza
- non uscire con più di 37 e mezzo di febbre
- chiusi cinema, discoteche, musei e luoghi della cultura
- stop a matrimoni e funerali
Quando entrano in vigore le norme
Queste misure sono contenute nel nuovo Decreto di contenimento del Coronavirus – Dcpm 9 marzo 2020 – pubblicato in Gazzetta ufficiale il 9 marzo, ed entrano in vigore oggi 10 marzo 2020. Saranno valide fino al 3 aprile 2020.
Le misure previste del Decreto Io Resto a casa
Veniamo ora in dettaglio ai contenuti del Decreto Io resto a casa, e le misure prese in tutto il Paese, con tanto di obblighi e divieti validi per tutti i cittadini italiani, allo scopo di fermare i contagi da Covid-19 e uscire da questa emergenza sanitaria.
REGOLE IMPOSTE A TUTTO IL PAESE
Al’articolo 1 viene stabilito che allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, le misure contenute nell’articolo del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 sono estese all’intero territorio nazionale fino al 3 aprile 2020.
Significa che tutto ciò che valeva per le precedenti zone arancioni (Lombardia e 14 province), ora vale per tutta l’Italia.
I divieti validi ora per tutta l’Italia sono in particolare i seguenti:
- Stop a spostamenti non necessari, a meno che non ci siano queste circostanze: lavoro, necessità, motivi di salute. Si utilizza l’autocertificazione per giustificare lo spostamento
- divieto assembramenti all’aperto in locali aperti al pubblico e all’aperto nei locali aperti al pubblico
- “Abbiamo anche adottato anche un’altra misura per le manifestazioni sportive, ha spiegato Conte: non c’è ragione per cui proseguano, compreso il campionato di calcio, le palestre”
- locali e ristoranti aperti dalle 6 alle 18, con tutte le restrizioni imposte sul rispetto delle distanze di sicurezza di almeno 1 metro. Questi locali dovranno invece restare chiusi dalle ore 18 alle 6 del mattino. ATTENZIONE: la spesa nei supermercati è garantita
- a chi ha più di 37 e mezzo di febbre, con sintomi respiratori, è fortemente consigliato stare e casa e limitare i contatti sociali.
- Chi è in quarantena o è positivo al tampone Coronavirus non può in alcun modo uscire di casa
- chiusi cinema, discoteche, musei e luoghi della cultura
- stop a manifestazioni ed eventi sociali e ludici, religiosi e fieristici
- stop a matrimoni e funerali
- ai datori di lavoro si raccomanda di facilitare l’utilizzo per i dipendenti del congedo ordinario e delle ferie, oppure l’utilizzo dello smart working
- stop alle attività didattiche di tutte le scuole fino al 3 aprile
- sospesi i concorsi pubblici secondo specifiche modalità
- sospesi i congedi ordinari per il personale sanitario
- centri commerciali e attività di vendita chiusi nei festivi e prefestivi
- palestre, centri termali, impianti di scii sono chiusi
STOP AD ASSEMBRAMENTI IN TUTTA ITALIA
Sull’intero territorio nazionale è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
STOP ALLO SPORT IN TUTTA ITALIA
Sarà costretto a fermarsi anche lo sport, campionato di calcio compreso. Sono infatti sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Gli impianti sportivi sono utilizzabili, a porte chiuse, soltanto per le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali; resta consentito esclusivamente lo svolgimento degli eventi e delle competizioni sportive organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse.
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CORONAVIRUS COVID-19
La storia ci insegna che da sempre le società umane combattono, ciclicamente, la loro guerra contro le epidemie, questo nemico astuto, insidioso, implacabile, e soprattutto, privo di emozioni e scrupoli. Eppure, le società umane hanno sempre vinto. Oggi il progresso scientifico e tecnologico sembra librarsi ad altezze vertiginose. Ma, nella guerra contro le epidemie, le armi dell’umanità sono e saranno probabilmente le stesse di quelle che avevamo a disposizione quando questo inarrestabile progresso aveva appena cominciato a svilupparsi, come nel XV secolo della Repubblica di Venezia, nell’800, nei primi anni del ’900. Oggi, è vero, la comunità internazionale può contare su un’incrementata capacità di sorveglianza epidemiologica, su una solida esperienza nella collaborazione tra Stati, su laboratori in grado di identificare i virus e fare diagnosi, su conoscenze scientifiche in continuo progresso, su servizi sanitari sempre migliori, su agenzie internazionali come l’OMS, l’ISS italiano e il CDC americano. Ma oltre alle conoscenze, ai vaccini e ai farmaci, all’organizzazione dei servizi sanitari, per affrontare con successo le epidemie è molto importante il senso di appartenenza alla comunità, la solidarietà sociale e l’aiuto reciproco fra persone. Di fronte ad una minaccia sanitaria, la fiducia nello Stato e nelle scelte delle autorità sanitarie, la consapevolezza del rischio e la solidarietà umana possono aver la meglio sull’ignoranza, l’irrazionalità, il panico, la fuga e il prevalere dell’egoismo che in tutti gli eventi epidemici della storia hanno avuto grande rilevanza. Walter Pasiniè un esperto di sanità internazionale e di Travel Medicine. Ha diretto dal 1988 al 2008 il primo Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Travel Medicine.
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