Non possiamo che condividere le osservazioni dell’ASAPS, che identifica tre “ingiustizie” come dirette conseguenze del fenomeno dei veicoli sprovvisti di assicurazione auto:
- la prima: manca un controllo realmente efficace. La sanzione prevista dal Codice della strada (art. 193) per chi non ottempera all’obbligo di assicurarsi non è in grado di dissuadere i disonesti: 848 euro di multa che però scende a 593 qualora il pagamento avvenga entro 5 giorni. Se teniamo conto del costo medio di una polizza RC auto (ben più alto, specie al sud Italia) e della scarsa frequenza dei controlli, è facile capire che la maggior parte degli automobilisti che non intendono pagare la polizza è disponibile a correre il rischio. Inoltre, i tanto sbandierati sistemi automatizzati per rilevare automaticamente i veicoli non assicurati tramite varchi elettronici posti sulle strade, dei quali si parla da anni, non sono, in concreto, mai entrati in funzione;
- la seconda ingiustizia: il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, chiamato a garantire il risarcimento dei danni, tra gli altri casi, anche nell’ipotesi di incidente stradale causato da un veicolo non assicurato, ha ormai da tempo il bilancio in rosso, dato che eroga mediamente 400 milioni di euro in risarcimenti e viene finanziato quasi interamente con una quota del 2,5% di tutti i premi RC auto pagati dagli automobilisti. Questo prelievo, ormai, non basta più, e si prevede un aumento fino al 4%, con conseguenti ripercussioni sui prezzi del premio RC auto. In sostanza, gli automobilisti onesti che assicurano regolarmente la propria auto dovranno pagare di più al fine di finanziare i risarcimenti per i danni causati da chi non si assicura, incentivando ancora di più a non assicurarsi. Un’assurdità;
- la terza ingiustizia che rileva Biserni riguarda, infine, l’infernale iter risarcitorio che deve sopportare chi ha la sfortuna di venire coinvolto in un sinistro causato da un veicolo non assicurato. Tempi di attesa infiniti, con una quasi sistematica necessità di ricorrere in giudizio e un inevitabile un senso di vessazione che amplifica i drammi famigliari di chi, vittime incolpevoli magari di un grave sinistro, si trovano ad essere impotenti nei confronti di un sistema che non è in grado di garantire un giusto risarcimento a chi ne ha il sacrosanto diritto.
E’ incredibile che, nemmeno di fronte ai numeri di questo fenomeno (12 per cento di veicoli senza assicurazione auto significa che, in caso di incidente, una volta su otto si ha a che fare con una controparte priva di copertura assicurativa!) si sia pensata una strategia seria ed efficace per arginare il problema e riportarlo entro limiti gestibili.
Forse andrebbero riviste le priorità delle attività di verifica e sanzione in capo alle forze dell’ordine. Assurdo, in particolare, che non si strutturi, specie in determinate zone d’Italia, un controllo persistente e uniforme dei veicoli circolanti, non certo con l’obiettivo di verificarne la regolarità di tutti ma, quantomeno, di fare da deterrente per chi persevera nell’illegalità, costituita dall’assenza di assicurazione auto. Se l’introduzione dei sistemi automatizzati si è arenata per qualche cavillo riguardante privacy o altre questioni di tutela della riservatezza (che, a quanto pare, vale di più rispetto al garantire a tutti la certezza di ottenere un risarcimento in caso di incidente) siamo certi che la paletta e l’invito ad accostare per un controllo sia ancora permesso. Eppure, per qualche ignota ragione, questo non si fa in maniera continuativa e costante. Riteniamo che la soluzione sia, ancora una volta, fare riferimento alle norme che già esistono, con l’elevazione costante delle sanzioni previste. E tutto scritto lì, nel Codice delle Strada. Perché non applicarlo?
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