Nella sua circostanziata relazione il massimo esponente della più importante Agenzia Fiscale ha illustrato i criteri da adottare per il riassetto delle strutture centrali, operazione già avviata lo scorso mese di luglio il cui obiettivo è la proiezione internazionale del rapporto fisco/contribuente.
In via preliminare Ruffini riferisce del buon esito ottenuto in termini di significative economie di scala, sia a livello centrale che regionale, dalla fusione per incorporazione da parte dell’Agenzia delle Entrate della consorella Agenzia del Territorio. Ruffini ne trae quindi
un giudizio sostanzialmente positivo ma avverte che va ripensata l’attività di controllo ed accertamento finalizzandola non tanto alla repressione ma soprattutto nel prevenire i rischi di evasione ed elusione.
Al riguardo si osserva che al di là del gioco dei numeri(se e quanto risparmio sia derivato dalla fusione delle Agenzie) sarebbe invece utile prendere atto che un’operazione complessa, quale la fusione avvenuta nel 2012, abbisognava di oculati approfondimenti per evitare di aggravare le criticità già esistenti in entrambe le Agenzie. La fusione di due entità amministrative presuppone che ne derivi un corpus unicum sia sotto il profilo tecnico-giuridico come sotto l’aspetto logistico.
Ciò non è avvenuto nella operazione di che trattasi visto che gli uffici periferici della soppressa Agenzia del Territorio continuano ad operare separati ed anche distanti dalla nuova sede di appartenenza.
Per quanto riguarda l’attività va ricordato che l’Agenzia delle Entrate è chiamata a disimpegnare una duplice funzione ovvero quella tradizionale cui si aggiungono la gestione delle materie catastali e della pubblicità immobiliare. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha poi riferito in ordine al ripristino degli spazi di autonomia dell’Agenzia Fiscale, come previsti dalla riforma del 1999, di cui si sta discutendo dinanzi al Senato della Repubblica.
Alcun dubbio che le Agenzie fiscali debbano godere di autonomia gestionale, ma non può accadere che tale necessaria prerogativa tracimi in arbitrio. Ciò è già purtroppo avvenuto
a proposito di una serie di nomine dirigenziali fatte in violazione di norme cogenti
per cui è dovuta intervenire la Corte Costituzionale che ha annullato tutte
le nomine ritenute contra legem.
E’ stato un duro colpo per gli uffici che hanno subito un pesante depotenziamento dei ranghi dirigenziali con grave pregiudizio della capacità operativa.
Permane tale disagio, ma i rimedi che si adottano ancora si discostano dalle precise indicazioni dettate dalla Consulta, ne è dato sapere se e quando saranno indette le procedure concorsuali per l’accesso alla dirigenza. E’ questa la priorità assoluta. In difetto ogni obiettivo programmato mai potrà essere raggiunto.
La DIRSTAT segue da sempre e con particolare attenzione le vicende del comparto
dirigenziale. Continuerà a farlo, mentre resta in fiduciosa attesa che il direttore dell’Agenzia delle Entrate da giurista ed esperto della materia tributaria profonda ogni energia volta in via prodromica all’immediato ripristino della linearità amministrativa. Sarà il viatico per il raggiungimento di obiettivi ambiziosi.
Sull’argomento segnalo anche l‘interrogazione parlamentare dell. on. Rizzetto
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