Manovrina 2017 e B&B: chi paga la cedolare secca sull’affitto?

Cedolare secca su B&B: chi paga la tassa sull’affitto turistico?

Redazione 02/06/17
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Il decreto legge 50/2017, in G.U. il 24 aprile scorso, ha introdotto un nuovo regime di sostituzione di imposta sulle locazioni brevi: all’articolo 4 infatti prevede la c.d. cedolare secca anche sugli Airbnb. Ma di cosa si tratta? E soprattutto, quanto inciderà sulle finanze dei cittadini, e dunque sull’economica turistica? Procediamo con ordine.

AIR BnB e cedolare secca: le novità del DL 50/2017

In realtà la cedolare secca al 21% esisteva già per affitti turistici di lungo periodo ma con la manovrina tornerà anche per locazioni di breve periodo, introducendo l’obbligo per intermediari, come Airbnb, di registrare i contratti all’ Agenzia delle Entrate.

La cedolare secca è un’imposta che sostituisce non solo l’Iperf sull’immobile e le addizionali, ma anche le imposte di bollo e di registro. Attualmente ci sono due aliquote:

  • 10% canone concordato
  • 21% per gli affitti in regime di libero mercato, quindi  da applicare agli appartamenti per le vacanze

L’importo deve essere pagato tramite modello F24 con i rispettivi codici:

  • 1840 (1° rata acconto);
  • 1841 (2° rata acconto);
  • 1842 (saldo).

Nella prima rata si verserà un acconto pari al 95% dell’imposta totale, se l’importo è superiore a 257,52 euro si può dividere in due rate. Il saldo deve essere pagato entro un anno.

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Oggi la maggior parte dei soggetti che affitta la propria abitazione per le vacanze si affida a portali web d’intermediazione. Dunque, l’inquilino effettua il proprio pagamento tramite il portale.

La novità è costituita dal fatto che, quando avviene il pagamento nel portale web, si dovrà operare una ritenuta del 21% sul canone dell’affitto che sarà successivamente versato nell’erario. Sarà, quindi, il gestore del servizio che pagherà la cedolare secca e il proprietario non potrà evadere le tasse.

Sempre l’intermediario comunicherà all’ Agenzia delle Entrate i contratti avvenuti nel portale e rilascerà agli affittuari la certificazione unica (CU) in cui ci saranno gli importi percepiti e le ritenute effettuate.

Chi violerà le regole subirà una sanzione pari a 2,000 euro.

Redazione

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