Nell’attesa della firma dei decreti, vediamo cosa è già stato deciso dalla Legge di Bilancio 2017, e nello specifico che cosa dovranno fare i lavoratori che decideranno da maggio di usufruire dell’Ape volontaria. A chi bisognerà fare domanda e quale percorso bisognerà seguire?
Chi può accedere all’Ape volontaria?
Possono beneficiare del nuovo anticipo pensionistico i lavoratori dipendenti e gli autonomi iscritti alla gestione separata che possiedono almeno 20 anni di contributi.
L’Ape volontaria, a differenza della cosiddetta Ape sociale per i cittadini in situazione di difficoltà, permette di accedere alla pensione anticipata a 63 anni tramite un anticipo che viene concesso da banche e istituti di credito. I lavoratori possono dunque lasciare il lavoro fino a 3 anni e 7 mesi prima del previsto, ma sono poi tenuti a restituire a rate nell’arco di 20 anni la somma anticipata. La restituzione avverrà sotto la forma di trattenute mensili sull’assegno pensionistico.
Ci sono però due ulteriori condizioni. Innanzitutto, chi vorrà usufruire dell’Ape dovrà godere di una futura pensione pari ad almeno 1,4 volte il trattamento minimo Inps. Secondariamente, bisogna ricordare che la durata minima dell’Ape è di sei mesi e che l’anticipo non potrà coprire l’intero importo: nel migliore dei casi, potrà arrivare al 95%.
La certificazione dei requisiti
Chi vorrà usufruire dell’Ape volontaria dovrà innanzitutto certificare il possesso dei requisiti sopra menzionati. Per fare questo è necessario presentare domanda all’Inps per via telematica oppure presso un intermediario abilitato. L’istituto, dopo aver controllato i dati, indicherà al lavoratore l’importo minimo e massimo di Ape ottenibile.
Sarà il lavoratore, a questo punto, a scegliere in che misura vorrà usufruire dell’anticipo.
Come si presenta la domanda per l’Ape?
Il cittadino potrà quindi presentare all’Inps la domanda di Ape vera e propria. Insieme a questa, sarà tenuto a inviare la richiesta della “regolare” pensione di vecchiaia alla quale avrà diritto al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi (secondo la normativa vigente).
All’interno della domanda di Ape dovrà essere indicato l’istituto bancario che erogherà il prestito e l’assicurazione che si occuperà della copertura del rischio di premorienza. Tali istituti dovranno ovviamente essere scelti tra quelli che firmeranno nei prossimi giorni l’accordo con il Governo. Si tratterà molto probabilmente di una decina di strutture.
L’attivazione definitiva dell’Ape volontaria
La banca o l’istituto di credito invierà quindi all’Inps il contratto di prestito, nel quale verrà comunicata l’accettazione o il rifiuto della proposta del lavoratore. Il cittadino ha quindi gli ultimi 14 giorni per decidere se usufruire in maniera definitiva dell’Ape volontario o meno.
In caso di accettazione finale, o di scadenza del termine, il contratto sarà perfezionato ed entrerà ufficialmente in vigore entro ulteriori 30 giorni lavorativi. A partire da questo momento, il lavoratore riceverà il prestito attraverso quote mensili per dodici mesi all’anno. Al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia, dovrà quindi iniziare a pagare le rate.
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