Ma a chi vengono concesse esattamente le pensioni di inabilità e invalidità e l’indennità di accompagnamento, e quali sono i requisiti per il 2017? Vediamo di fare chiarezza.
Pensione di inabilità 2017: spettano 279 euro al mese
La pensione di inabilità civile è riservata a chi ha età compresa tra i 18 e i 65 anni e viene riconosciuto inabile in maniera assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa, e dunque è invalido al 100%.
Tale trattamento è slegato da requisiti contributivi e lavorativi; l’unica condizione è che il beneficiario abbia un reddito annuo inferiore ai 16.532 euro. L’importo della pensione di inabilità civile 2017, che viene erogata su 13 mensilità, è rimasto uguale a quello del 2016: 279,47 euro al mese.
Diversa, lo ricordiamo, la pensione di inabilità cd. “previdenziale”, che a differenza di quella civile è legata a precisi requisiti contributivi. Per accedere a questo beneficio, i lavoratori devono possedere almeno 5 anni di contribuzione di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio.
Questo tipo di pensione è calcolata aggiungendo alle settimane di contributi effettivi una maggiorazione convenzionale che copre il periodo mancante fino al raggiungimento dei 60 anni di età (e sino a un massimo di 40 anni di contribuzione). L’importo, dunque, varia da lavoratore a lavoratore.
Come si ottiene l’indennità di accompagnamento?
Gli invalidi al 100% che sono totalmente impossibilitati a deambulare o a compiere gli atti quotidiani della vita senza una continua assistenza hanno diritto, oltre alla pensione di inabilità, anche all’indennità di accompagnamento.
L’indennità di accompagnamento per il 2017 è pari a 515,43 euro al mese, una somma quindi poco superiore ai 512,34 euro previsti per il 2016. Il possesso dei requisiti dovrà preliminarmente essere accertato da una specifica Commissione dell’Asl, che invierà un verbale all’Inps per un’ulteriore verifica. L’assegno viene corrisposto dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.
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A chi spetta l’assegno mensile di invalidità 2017?
I cittadini con invalidità superiore al 74% ed età compresa tra i 18 e i 65 anni possono inoltre usufruire dell’assegno mensile di invalidità. Nel 2017, l’importo dell’assegno è pari a 279,47 euro al mese.
I beneficiari non possono essere impiegati in alcuna attività lavorativa e devono avere un reddito annuale inferiore a 4.800 euro. Come per la pensione di invalidità civile, l’erogazione dell’assegno mensile di invalidità non richiede il possesso di specifici requisiti contributivi.
- Sullo stesso argomento: Pensioni, come funzionano quelle di invalidità e inabilità?
L’assegno ordinario di invalidità
I cittadini con invalidità riconosciuta pari o superiore al 67% hanno infine diritto all’assegno ordinario di invalidità. Tale contributo, a differenza dell’assegno mensile di invalidità, spetta ai lavoratori che abbiano almeno 5 anni di contribuzione, di cui 3 maturati nel quinquennio precedente la domanda. L’assegno varia da lavoratore a lavoratore ed è calcolato sulla base dei contributi effettivamente versati.
L’assegno ordinario di invalidità consente la prosecuzione dell’attività lavorativa, ma in questo caso il suo importo può essere ridotto. Al raggiungimento dei requisiti, l’assegno si trasforma automaticamente in pensione di vecchiaia.
Davide Basile
LA PROTEZIONE PATRIMONIALE DEI SOGGETTI DISABILI
Con il decreto attuativo interministeriale, firmato il 23 novembre 2016, è divenuta operativa la Legge 22 giugno 2016, n. 112 – nota come legge sul “Dopo di noi” – volta a favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia dei soggetti con disabilità grave.Il manuale si sofferma sugli strumenti con cui il legislatore ha inteso agevolare le erogazioni a favore di persone con disabilità grave, da parte di soggetti privati, attraverso la costituzione di trust, di vincoli di destinazione e di fondi speciali, proponendo alcune formule personalizzabili, attraverso cui procedere alla relativa istituzione. Grande valenza assumono le disposizioni tributarie, con le quali il legislatore ha voluto garantire il riconoscimento dell’esenzione fiscaleai trasferimenti di beni e diritti, aventi siffatte finalità.Con riferimento a un caso realistico, viene poi esaminato il trust c.d. “autodichiarato”, oggetto di recente interpello, proposto dagli Autori e accolto dall’Agenzia delle entrate.Ragioni di ordine sistematico hanno, infine, suggerito di avviare un confronto con le ONLUS, sia per individuare i limiti propri dei negozi realizzati su base individuale, sia per enfatizzare la centralità assunta dall’aspetto assistenziale: l’intento di declinare dette esigenze ha portato a proporre l’istituzione di un “trust collettivo”, dedicato, in un’ottica mutualistica, a più persone affette da disabilità grave.Oltre al commento della norma e all’individuazione degli strumenti giuridici di tutela, il volume fornisce un utilissimo supporto redazionale per la stesura degli atti esaminati nel testo, grazie al formulario personalizzabile, presente nell’apposita sezione on line.» Giammatteo Rizzonelli, Notaio, specializzato nella materia dei patti di famiglia e del trust.» Piero Bertolaso Brisotto, Dottore Commercialista.
Giammatteo Rizzonelli – Piero Bertolaso Brisotto | 2017 Maggioli Editore
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