Negli ultimi giorni, però, il merito della proposta di revisione della Carta sta lentamente tornando sulle retrovie e il dibattito sui mezzi di comunicazione e sui social network è dominato dalle rivendicazioni personali dei vari leader o sostenitori di quel fronte o quell’altro.
Solo ieri, ad esempio, il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano – fiero sostenitori del Sì di cui è stato definito il padre spirituale – ha definito “aberrante” il clima che si è venuto a costituire a seguito della iper personalizzazione costruita sulla consultazione referendaria. Di contro, il patron del MoVimento 5 Stelle Beppe Grillo ha invitato i militanti a “Votare No contro i serial killer della vita dei nostri figli”.
Ovviamente, sfugge quanto certe dichiarazioni abbiano a che fare con la riduzione dei membri del Senato o la modifica per il raggiungimento del quorum alle future occasioni referendarie. Da par suo, il premier Renzi è ormai impegnato costantemente a diffondere le ragioni del Sì, come testimonia la presenza massiccia nelle trasmissioni televisive.
La tensione, ormai, ha raggiunto livelli così esasperanti che nei prossimi giorni assai difficilmente il confronto potrà tornare su toni pacati a discutere delle modifiche inserite nel testo oggetto della chiamata ai seggi.
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La nuova Costituzione?
Si rende, insomma, necessario ritornare fortemente sul contenuto della riforma, e soprattutto su quello che potrebbe accadere in caso di vittoria di uno o dell’altro schieramento.
Dovessero imporsi i No, molto semplicemente, la Costituzione rimarrebbe invariata in tutte le sue parti. La proposta di riscrittura della Carta verrebbe respinta in blocco e nulla verrebbe modificato nel testo.
Se la maggioranza votasse Sì, invece, verrebbero in un solo colpo cambiati 47 articoli su 139 totali, a cominciare dall’articolo 48 in avanti, dunque lasciando intatta la forma delle enunciazioni sui principi fondamentali e intervenendo in maniera pesante a partire dall’articolo 55, ossia quello che inaugura la seconda parte della Costituzione sull’ordinamento della Repubblica.
Da lì in avanti prende corpo il testo della nuova Carta Renzi-Boschi, andando a rivedere composizione e funzionamento delle istituzioni centrali e periferiche, abolendo le Province in luogo delle Città metropolitane, gli articoli relativi al Cnel, e modificando le disposizioni relative all’elezione del presidente della Repubblica.
Per meglio comprendere la Costituzione, come è – e dunque come rimarrebbe in caso di vittoria del No – e viceversa come sarebbe al prevalere dei Sì, ecco un utile schema con testo a fronte della “vecchia” e “nuova” Carta fondamentale.
Siamo chiamati a esprimerci su questo, non su elucubrazioni politiche, scenari più o meno apocalittici, timori di crisi economiche o istituzionali, pensionamento anticipato di questo o quel leader. “Solo” su questo: la modifica di 47 articoli della Costituzione.
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