Infatti, la facoltà sarà esercitata solo da chi ha maturato l’età e i contributi per una pensione con il fine di sommare gli spezzoni contributivi che sono stati pagati dalle gestioni previdenziali.
Per approfondire si consiglia SPECIALE LEGGE DI STABILITÀ 2017
Come recuperare gli spezzoni contributivi
L’istituto della ricongiunzione dei contributi sarà una riedizione del “cumulo contributivo” previsto con la legge di Stabilità 2013 (la legge n. 228/2012).
La facoltà di cumulo è rivolta a tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi e agli iscritti alla gestione separata. Questo istituto può essere esercitato solo da chi non è ancora titolare di una pensione ed è in possesso dei requisiti di età e del minimo di contributi versati (pensione di vecchiaia o pensione anticipata).
La pensione unica sarà liquidata con un solo assegno che comprende tutti gli spezzoni di pensione.
Per saperne di più vai allo speciale RIFORMA PENSIONI: COSA CAMBIA
In un anno si possono revocare le vecchie scelte
Il nuovo istituto previsto dalla bozza del ddl di Bilancio 2017 può risultare conveniente a quei lavoratori che si sono avvalsi della ricongiunzione, infatti il decreto consente il recesso e la restituzione di quanto è versato solo nei casi in cui non ci sia stato il pagamento integrale dell’importo.
La restituzione dell’onere avverrà a decorrere dal dodicesimo mese successivo al rimborso, con quattro rate annuali.
La richiesta di recesso può essere fata entro il 31 dicembre 2017, cioè ad un anno in vigore della legge di Bilancio 2017.
Infine, per i lavoratori pubblici che usufruiranno del nuovo cumulo, i termini (24/12 mesi) per il pagamento dell’indennità di fine servizio (tfr o tfs) saranno attivi dall’epoca di compimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia.
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