Ieri, infatti, la vincitrice delle primarie dem si trovava, così come il suo sfidante Donald Trump, a Ground Zero per l’anniversario dell’attacco alle Torri gemelle, un avvenimento che ha segnato profondamente non solo il popolo americano, ma tutto il mondo.
Secondo le immagini mostrate da siti online e telegiornali, Hillary Clinton ha lasciato improvvisamente la cerimonia a Manhattan, e, in attesa dell’auto di servizio, per ben due volte ha rischiato il collasso. Solo l’aiuto di tre collaboratori del proprio staff, infatti, le ha permesso di rimanere in piedi e salire a bordo, per raggiungere l’appartamento della figlia nel Flatiorn District dell’isola newyorchese. Lì, la candidata si sarebbe recata per cercare un po’ riposo dall’afa e dalla calca del World Trade Center – ieri particolarmente elevata – sotto stretta osservazione dei propri medici.
L’episodio, al momento, sembra già alle spalle, se è vero che, dopo poche ore, la Clinton è riapparsa pimpante sul marciapiede, commentando frettolosamente di sentirsi “in perfetta forma” di fronte ai giornalisti in attesa di novità.
Fin qui, potrebbe sembrare qualcosa di passeggero, forse davvero uno sbalzo di pressione o gli effetti della canicola urbana. A ruota di questo evento che ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo, però, sono arrivati ulteriori elementi che gettano alcune ombre sullo stato di salute del possibile primo presidente donna degli Stati Uniti, oggi 68enne.
Nei giorni scorsi, infatti, aveva suscitato qualche curiosità l’improvviso attacco di tosse che aveva colpito la Clinton nel corso di un comizio a Cleveland, durante la ricorrenza annuale del Labour Day. In quell’occasione, si era vista costretta a interrompere a più riprese il suo intervento, salvo poi riprendersi regolarmente e affibbiare scherzosamente la colpa a Donald Trump per le sue allergie stagionali.
A seguito dell’imprevisto a Ground Zero, invece, una comunicazione ufficiale dai suoi quartieri generali della campagna rendeva noto che nelle scorse settimane alla candidata democratica era stata disgnosticata una polmonite, da rendere necessaria una terapia antibiotica e l’annullamento di alcuni appuntamenti al fine di alleggerire l’agenda. Una patologia che, specie nei soggetti over 65, può portare a conseguenze anche gravi. Non certo una notizia rassicurante, dal momento che all’appuntamento elettorale mancano appena cinquanta giorni e con lo stesso Donald Trump – che di anni invece ne conta 70 – pronto a instillare dubbi sull’integrità fisica della sua avversaria, come già avvenuto in passato.
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I problemi nel passato
Le illazioni sul precario stato di salute di Hillary Clinton si rincorrono da alcuni anni, in particolare dall’ultimo periodo in cui ricopriì la carica di Segretario di Stato, nel primo mandato di Obama alla Casa Bianca. Nel gennaio 2012, infatti, a seguito di uno svenimento tra e mura domestiche successivamente imputato a un virus, venne ricoverata per una commozione cerebrale. Dopo il recupero, la Clinton continuò per un certo periodo ad avere problemi di vista, che la obbligarono a indossare occhiali speciali anche in pubblico.
In un controllo medico successivo, e sempre collegato allo svenimento casalingo, le venne riscontrato un grumo di sangue, da rendere necessario un nuovo ricovero in ospedale. Da allora, scomparve progressivamente dai riflettori, consapevole che la campagna elettorale in arrivo, prima con le primarie, poi con la convention e quindi con le presidenziali, sarebbe stata lunga e molto faticosa.
Fino ad oggi, le sue condizioni di salute sembravano una materia buona per le sparate di Trump. Ma ora, con il semi collasso di Ground Zero e le notizie emerse sulla sua cartella clinica, la pressione dei media comincia a farsi assillante e nell’entourage democratico la preoccupazione sull’integrità fisica di Hillary Clinton comincia a salire.
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