Voluntary Disclosure, stop alla riapertura della procedura: come fare per accedervi

Redazione 07/04/16
In materia di voluntary disclosure si fa una netta retromarcia. A frenare l’azione di riapertura del rientro dei capitali detenuti all’estero le ‘famigerate’ liste dei Panama Papers.

PER APPROFONDIRE SI CONSIGLIA LO SPECIALE SU: ADERIRE ALLA VOLUNTARY DISCLOSURE: COME FARE, QUALI VANTAGGI?

STOP ALLA RIAPERTURA DELLA VOLUNTARY DISCLOSURE? I MOTIVI

In primis, frena i lavori per la riapertura della procedura di voluntary disclosure la sconvenienza di poter dotare di copertura preventiva eventuali reati fiscali, così come anche il riciclaggio e il nuovo reato di autoriciclaggio.

In realtà, non è detto che una volta ultimata la verifica sulle 800 posizioni dei cittadini italiani che pare siano coinvolti dai cosiddetti Panama Papers, la procedura possa poi essere riaperta nei mesi a venire, possibilmente già a partire dall’estate.

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Così come è avvenuto recentemente con i nomi dei correntisti italiani svelati nei file della cosiddetta lista Falciani, anche nel caso dei nominativi che hanno ipotetici interessi a Panama (i quali verranno rivelati nei prossimi giorni dal consorzio internazionale di giornalisti investigativi) la Guardia di Finanza dovrebbe attivarsi velocemente.

Il gettito del rientro dei capitali è attualmente al vaglio anche della Corte costituzionale a seguito della contestazione mossa dalla Regione Valle d’Aosta circa la violazione del rispettivo Statuto speciale nella destinazione degli incassi della procedura di emersione.

La Consulta, al riguardo, si è pronunciata a favore della Regione autonoma implicando, quindi, la rimessa sul tavolo dei circa 9 milioni di euro derivanti dal gettito stimato per le istanze attinenti appunto alla valle D’Aosta.

La legge 186/2014, all’articolo 1, comma 7, infatti, ossia la norma istitutiva, stabilisce che le somme debbano confluire nel bilancio dello Stato per venire poi destinate, mediante anche la riassegnazione, a:

– pagamento dei debiti commerciali scaduti in conto capitale;

– esclusione dei vincoli del patto di stabilità interno ai fini di accedere ai finanziamenti Ue;

– investimenti pubblici;

– Fondo per la riduzione della pressione fiscale.

NUOVI STRUMENTI CONTRO L’EVASIONE?

Contro l’evasione, quindi,  quale strumento ulteriore di potenziamento dello scambio informativo con gli ex paradisi fiscali (dalla Svizzera alle Cayman), potrebbe prospettarsi la possibilità di sbloccare l’iter parlamentare del Ddl di ratifica della convenzione contro le doppie imposizioni, licenziato da Palazzo Chigi il 4 dicembre scorso, e firmato congiuntamente da Italia e Panama.

VOLUNTARY DISCLOSURE: QUALI SONO I VANTAGGI CONCRETI?

Circa la predisposizione della recente procedura di rientro dei capitali il vantaggio maggiore era certamente rappresentato dalla possibilità, per specifiche tipologie di illeciti tributari, di riciclaggio e autoriciclaggio, di scongiurare le sanzioni penali. Vantaggio che per essere tale, tuttavia, doveva implicare il pagamento completo delle imposte dovute, sia quelle dirette che IRAP e IVA, dietro uno sconto sulle penalità amministrative che risultava variare a seconda del Paese di detenzione delle attività all’estero.

Nonostante spetterà agli esami in corso accertarne i numeri, la procedura della voluntary, si è conclusa a fine a 2015 con un guadagno stimato di 3,8 miliardi e circa 130mila richieste di adesione.

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