Pensione di Reversibilità: com’è e come cambierà? I tagli che cambieranno tutto

Redazione 15/02/16
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Il disegno di legge sul contrasto alla povertà e sul riordino delle prestazioni assistenziali, che ha appena ottenuto il via libera del Consiglio dei Ministri ed è ora in Commissione Lavoro, mentre da un lato predispone alcuni aiuti ulteriori nei confronti delle famiglie, dall’altro, apporta una sforbiciata significativa a diverse prestazioni.

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ALLARME PENSIONI DI REVERSIBILITA’: DI COSA SI TRATTA?

Mediante la razionalizzazione degli interventi assistenziali, infatti, viene stabilito che tutte le prestazioni (quindi assegno sociale, maggiorazione, quattordicesima, e così via) vengano legate all’indice ISEE, inclusa la pensione ai superstiti, di reversibilità e indiretta, la quale verrà qualificata come una prestazione di assistenza, e non di previdenza.

A dare l’allarme è stato lo Spi-Cgil, precisando come la considerazione delle pensioni di reversibilità quali prestazioni assistenziali, ancorandole quindi all’ISEE, corra il forte rischio, in futuro, di limitarne pesantemente il numero, acconsentendone l’erogazione soltanto a soggetti con un reddito molto basso.

PENSIONE DI REVERSIBILITA’: COME FUNZIONA OGGI?

Ad oggi, la pensione di reversibilità rivela certamente dei limiti, causati, in particolar modo, dal numero dei familiari e dal rispettivo ammontare. Quest’ultimo, infatti, è pari a:

– 60% della pensione del familiare deceduto nel caso vada soltanto al coniuge;

– 80% nel caso in cui vi sia anche un figlio;

– 100% qualora vi siano due o più figli.

In aggiunta a ciò, la pensione è ridotta di:

– 25% nel caso in cui il reddito superi 1.500 euro mensili (dunque tre volte la pensione minima);

– 40% se supera i 2mila euro (quindi 4 volte la pensione minima);

– 50% nel caso ecceda i 2.500 euro.

PENSIONE DI REVERSIBILITA’: COSA CAMBIERA’ CON IL NUOVO DDL?

Grazie al ddl approvato dal Consiglio dei ministri alla fine di gennaio scorso, tuttavia, tutto si rivoluziona. Quello che si prevede, infatti, è una “razionalizzazione delle prestazioni di natura assistenziale, nonché di altre prestazioni anche di natura previdenziale, sottoposte alla prova dei mezzi”.

Se ne deduce, quindi, che a giustificare l’erogazione delle pensioni di reversibilità non saranno più i contributi versati durante tutta la vita lavorativa da parte del lavoratore, il quale avrebbe avuto diritto all’assegno se non fosse morto in maniera prematura, bensì lo stato di bisogno dei rispettivi familiari.

PENSIONE DI REVERSIBILITA’: QUALI SONO LE CRITICHE?

Fonti di Palazzo Chigi, hanno fatto sapere ieri che le nuove norme verranno ad applicarsi esclusivamente alle pensioni future, non coinvolgendo quelle già in essere. La precisazione, tuttavia, non ha attenuato la pioggia di critiche che si è abbattuta sul nuovo provvedimento, arrivate tanto dall’opposizione quanto da alcune componenti della stessa maggioranza.

“Se ci saranno interventi di razionalizzazione saranno solo per evitare sprechi e duplicazioni”, hanno cercato di rassicurare da Palazzo Chigi. Per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, “la polemica sulle pensioni di reversibilità è totalmente infondata”. E’ parere del ministro, infatti, che la delega del Governo lasci “esplicitamente intatti tutti i trattamenti in essere. Per il futuro non è allo studio nessun intervento sulle pensioni di reversibilità; tutto quello che la delega si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale”.

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