Il kamikaze del commando di Parigi che non si è fatto esplodere è ancora in fuga ed è il ricercato numero uno dalle forze di polizie di tutta Europa. L’attentatore si chiama Abdeslam Salah, ha 26 anni, è nato a Bruxelles ma è di nazionalità francese. Da ieri si sa anche che faccia ha. Abdelslam era stato identificato a Cambrai, nella mattinata di sabato, alla frontiera con il Belgio: segnalato in quanto schedato, era stato fatto passare qualche minuto prima che venisse dato l’allarme.
Secondo alcune fonti, ora il fuggitivo potrebbe essere diretto in Italia. Mentre la tensione in Francia resta altissima, nel resto d’Europa si tiene alta l’attenzione. Alle 18.30, alla Camera, a nome del Governo, i ministri di Esteri ed Interno, Paolo Gentiloni e Angelino Alfano, terranno un’informativa urgente; per venerdì 20 è invece convocato un vertice d’emergenza sulla sicurezza in Europa. I 28 ministri dell’Interno e della Giustizia si riuniranno infatti a Bruxelles per coordinare le misure di sicurezza in seguito agli attentati di venerdì scorso.
In Francia, in mattinata, è stata condotta un’operazione antiterrorismo a tappeto. “Oltre 150 perquisizioni” sono state comunicate dal primo ministro Manuel Valls che di fronte alla constatazione che il terrorismo potrà colpire ancora nei prossimi giorni, ha dichiarato: “Dobbiamo convivere con questa minaccia per poterla combattere”, invitando alla mobilitazione il popolo francese.
Forze speciale sono state mobilitate anche nel Regno Unito per potenziare l’attività della polizia. In Italia continua a mantenersi alto il livello di allerta e sono stati potenziati i controlli alle frontiere. Anche la rete è sotto la lente d’ingrandimento dell’Antiterrorismo. L’intelligence internazionale sta infatti setacciando il Web, lo strumento con cui i terroristi del Califfato continuano a comunicare e a scambiarsi informazioni. Al vaglio degli analisti, in particolare, i post anomini che, immediatamente prima degli attacchi di venerdì, facevano riferimento agli attentati parigini.
Nel frattempo è il Sole24Ore a pubblicare i dati diffusi da un noto centro di ricerca di Washington che rivela come in Europa, Italia compresa, i trend demografici dei musulmani sono destinati a crescere. Non arrivavano a 30 milioni nel 1990, ma secondo lo studio del Pew Research Center, oltrepasseranno quota 58 milioni nel 2030 in tutta Europa.
Sempre secondo le stime del centro statunitense il tasso di crescita dei musulmani supera di gran lunga quello dei non musulmani: si parla di un rapporto di 1,6% contro -0,1% tra il 2010 e il 2020, che dovrebbe passare a 1,2% contro -0,2% nel periodo 2020-2030. Nonostante la quantità più cospicua di musulmani pare continuerà a vivere nell’Europa dell’Est, lo studio rivela che l’aumento percentuale più significativo avverrà nell’Europa occidentale, in Pesi quali Germania, Francia e Regno Unito, ma soprattutto in Italia.
In tal senso, dunque, l’elaborazione di una politica e di una strategia europea comuni, a salvaguardia non soltanto della difesa dei singoli Stati ma anche della gestione dell’emergenza migranti, risulta un’urgenza da affrontare in concreto. Perché proprio dal modo in cui i Paesi affacciati sul Mediterraneo, tra cui appunto l’Italia, ossia i primi a dover far fronte all’ingente esodo di persone in fuga dal nord Africa, verranno supportati in una logica strategica di gestione comune all’intera Europa, verrà a dipendere il futuro e la sicurezza dell’intero continente.
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