Il capitolo previdenza è, infatti, tutt’altro che chiuso e la discussione continua a prendere forma tra i numerosi emendamenti, la cui presentazione scade oggi, proposti dai vari gruppi politici e le proposte di modifica contenute nel rapporto di riforma avanzato dall’Inps.
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Il “piano Boeri” sulle pensioni flessibili prevede un’uscita a partire da 63 anni e 7 mesi di età e almeno 20 anni di contributi, presupponendo però che l’assegno previdenziale non debba scendere sotto un “importo soglia” che va garantito. La penalità ipotizzata, connessa al ricalcolo dei montanti determinati con il sistema retributivo, è compresa entro un range pari al 10% in corrispondenza dell’anticipo massimo.
La proposta potrebbe essere mutuata dall’Esecutivo nel corso della discussione che proseguirà nelle prossime settimane, tuttavia al momento nessuna delle ipotesi contenute nel piano dell’Inps è stata presa in considerazione.
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In riferimento, invece, agli emendamenti che i gruppi parlamentari hanno presentato, tra le principali richieste di modifica figurano: l’ampliamento e l’anticipo al 2016 della no tax area dei pensionati over 75, l’ampliamento del contributivo donna, l’introduzione di forme di staffetta generazionale per chi ha più di 63 anni.
Dal versante Pd, in particolare dalla minoranza, sono diversi gli esponenti che premono sulla necessità di trovare una soluzione che introduca una maggiore flessibilità in uscita verso il pensionamento anticipato, oltre all’estensione del contributivo donna anche alla platea maschile.
Si parla infine di nuovi interventi a favore delle ricongiunzioni contributive non più onerose e di un’agevolazione del cumulo. Nessun riferimento invece, né tra gli emendamenti alla legge di Stabilità né tra le proposte dell’Inps, viene previsto per le categorie dei lavoratori precoci e degli usuranti.
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