Come appreso dalla Relazione tecnica, il suddetto decreto dovrà stabilire “i termini e le modalità per il riversamento all’erario dei canoni incassati dalle aziende di distribuzione dell’energia elettrica”, anche eventualmente attraverso un unico soggetto da specificare nello stesso decreto, fissando altresì i termini “per la rateizzazione del Canone”.
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Tutte le autorizzazioni, accordate dai titolari di utenza elettrica, all’addebito diretto sul conto corrente bancario o postale o su altri sistemi di pagamento allo scopo di rendere più semplice l’iter di corresponsione del Canone, vengono allargate anche al pagamento dell’abbonamento televisivo. Lo stesso principio si estende anche a quelle autorizzazioni che sono già state accordate al momento dell’entrata in vigore della legge di Stabilità, lasciando comunque aperta la possibilità di revoca dell’autorizzazione da parte dell’utente che viene confermata.
Spetterà, infatti, all’utente segnalare la richiesta di esenzione dal versamento del Canone comunicando direttamente all’Agenzia delle Entrate la non sussistenza della fruizione del televisore. A partire dal prossimo anno, il Canone dell’abbonamento televisivo verrà addebitato sulla prima fattura corrispondente alla fornitura di energia elettrica consecutiva alla scadenza del pagamento del Canone.
Sono stati, invece, confutati i dubbi sorti nei giorni scorsi che ipotizzavano l’eventuale distacco dell’energia elettrica in caso di inadempimento del pagamento o morosità. Il gestore del servizio di fornitura di energia elettrica, infatti, qualora intervenissero le situazioni di cui sopra, sarà tenuto a comunicarle, ogni due mesi, all’Agenzia delle Entrate a cui si demanda il compito di far partire i procedimenti per il recupero.
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Le disposizioni già in vigore invece rimangono valide per il versamento e la riscossione del Canone da parte di tutti gli esercizi commerciali. Dal 2016 al 2018, inoltre, viene stabilito come tutte le maggiori entrate versate a titolo di Canone Rai, rispetto agli importi già iscritti al medesimo titolo nel bilancio di previsione per il prossimo anno, confluiscano direttamente nelle casse del Fisco per rimpinguare il fondo per la contrazione della pressione fiscale.
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