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Alla luce del Consiglio dei Ministri preliminare di lunedì sera, pare confermato il freno alla misura di flessibilità in uscita, rinviata al 2016. L’Esecutivo, infatti, dopo aver vagliato ipotesi e proposte per introdurre nuove modalità di accesso anticipato alla pensione, con l’intento correlato di agevolare l’occupazione giovanile liberando nuovi posti, ha deciso di far slittare la manovra perché non è stato possibile trovare in tempo una soluzione “che non faccia danni”, come confermato dallo stesso Presidente del Consiglio Renzi.
Che cosa conterrà dunque la prossima manovra di Stabilità? Nessuna marcia indietro per la questione esodati e l’Opzione donna. Entrambe, infatti, troveranno posta nella legge di bilancio. L’intervento riguardante la settima (e pare ultima) salvaguardia per i restanti 26.000 esodati non tutelati sarà finanziata con i 500milioni di euro che sono derivati proprio dalle precedenti manovre di tutela per i lavoratori usciti con più danni dalla riforma Fornero.
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L’intervento per la proroga dell’Opzione donna fino al termine del 31 dicembre 2015, invece, permetterà alle lavoratrici che hanno maturato quest’anno sia i requisiti anagrafici che quelli contributivi, di poter accedere alla pensione anticipata con 57 anni di età e 35 di contributi previdenziali, con una penalizzazione però pari a circa il 30% dell’assegno.
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Sulla decisione di rinviare la modifica strutturale della legge Fornero, i sindacati continuano ad esprimere unanimi il proprio dissenso. In un comunicato diffuso dai rappresentanti regionali di Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio, Claudio Di Berardino, Mario Bertone e Alberto Civica, si legge: “La legge Fornero va modificata. Bisogna agire dentro la legge di Stabilità”. A margine del presidio che si è svolto lunedì in piazza Ss. Apostoli a Roma, i tre dirigenti sindacali hanno commentato: “ La previdenza deve tornare a essere per il Governo un tema prioritario perché in questo risiede la civiltà e la dignità di un Paese”.
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Altre proteste sono andate in scena, ieri, in Toscana per indurre i gruppi parlamentari, nel percorso parlamentare della legge di bilancio in calendario per domani, a convertire il generale dissenso in proposte concrete sotto forma di emendamenti alla manovra di Stabilità 2016.
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