E’ infatti fissato per i prossimi giorni l’esame del disegno di legge che dovrebbe cambiare radicalmente alcuni aspetti dell’azienda che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo, a partire dalla composizione dell’informazione, delle redazioni e dei collaboratori impiegati.
Sicuramente, la pratica verrà chiusa entro la settimana, dal momento che è stata accolta la proposta dell’esperto senatore democratico Luigi Zanda per impegnare l’aula in maniera no stop, fino a che non si sarà raggiunta l’approvazione, da oggi a venerdì 31 luglio compreso.
Insomma, bando agli ostruzionismi, ai giochi di mestiere o ai rimpalli: questa volta la legge di riordino del sistema tv dovrà arrivare in porto. E le premesse per una larga maggioranza paiono esserci proprio tutte con il MoVimento 5 Stelle che si è espresso a favore della riforma in sede di commissione Lavori pubblici e comunicazioni.
Non va dimenticato, infatti, che sul fronte Rai i grillini occupano una delle poltrone più pesanti, con la presidenza della commissione di Vigilanza affidata a Roberto Fico, esponente dei 5 Stelle.
In ogni caso, le sorprese potrebbero non essere del tutto terminate: il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha infatti confermato in aula, incardinando il testo uscito dalla commissione, che il governo presenterà comunque un emendamento, da non ritenersi, però, interamente sostitutivo del testo approvato in commissione. Naturalmente, resta da vedere quali modifiche saranno introdotte per opera dell’esecutivo e, soprattutto, se il testo che finirà al voto risulterà snaturato rispetto a quello varato con l’ok bipartisan.
In ogni caso, è stato escluso sia il ricorso al maxi emendamento, che la questione di fiducia, strumento a cui il governo Renzi ha dimostrato di essere particolarmente legato per assicurare ai propri testi di legge i passaggi in momenti particolarmente critici per la maggioranza.
La prima scadenza che si affaccia per la Rai, a ruota del’approvazione del ddl, sarà quella delle nomine, che potrebbero ottenere una proroga ad hoc delle regole precedenti con la riforma Gasparri, prima ell’entrata a pieno regime della nuova norma.
Molta attesa, invece, per la riforma del canone: è possibile che il nodo venga sciolto proprio nell’emendamento che sta preparando il governo: lo scorso anno, si era affacciata l’ipotesi di collegarlo alla bolletta della luce, ipotesi per ora accantonata ma non del tutto svanita dai radar.
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