Benché sia stata mantenuta la facoltà di esporre gli emendamenti in aula da parte della presidente della Camera Laura Boldrini, infatti, il testo è pressoché blindato dalla decisione di legare l’esistenza stessa dell’esecutivo al provvedimento e non potrà essere modificato, se non con un voto che potrà mettere seriamente in pericolo la stessa sopravvivenza dell’esecutivo.
Una scelta, quella annunciata in aula in una selva di fischi e urla dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, che ha solo due precedenti nella storia d’Italia: quella della legge Acerbo del 1923 che aprì le porte al fascismo, e la legge Truffa che venne approvata nei primi anni ’50 con presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.
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In realtà, però, il governo ha posto la fiducia esclusivamente sugli articoli 1,2 e 4 del provvedimento approvato in Senato che, salvo sorprese, dovrebbe a questo punto superare anche l’ostacolo della Camera e diventare così la nuova legge elettorale.
Gli articoli che il governo ha deciso di proteggere con il voto di fiducia, temendo le defezioni nel voto segreto richiesto dai gruppi parlamentari, cioè le modalità generali di elezioni nella Camera dei deputati, la composizione delle circoscrizioni e la delega al governo per la determinazione dei collegi plurinominali.
Le votazioni sono cominciate oggi pomeriggio e si protrarranno, secondo il calendario, fino a martedì 5 maggio.
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