Agenzia ispettiva a costo zero?

Matteo Ariano 16/01/15
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Dopo l’approvazione definitiva del Jobs Act al Senato, il successivo passo da compiere per l’attuazione della delega legislativa sarà la presentazione dei relativi Decreti Legislativi. Dopo la presentazione delle prime due bozze di D.Lgs., ne è previsto anche uno con cui si dovrebbe finalmente istituire l’Agenzia Unica Ispettiva, quale risultato della fusione del personale ispettivo (e non solo) di Ministero del Lavoro, Inps e Inail.

Si vuole, in tal modo, costituire uno strumento strutturale, teso a rendere più efficienti i controlli sul lavoro. Vi è, tuttavia, all’interno della norma in questione (art. 1, co. 7, lett. i della legge delega), una clausola che potrebbe rappresentare un ostacolo per la nascita di questo nuovo soggetto o, quantomeno, per la sua buona riuscita: la necessità che questo processo avvenga senza “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica” e “con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente”.

Se tale previsione sarà interpretata in maniera meramente ragionieristica, avendo come unico riferimento il risparmio di spesa, si corre il rischio di compromettere l’efficienza della costituenda Agenzia. Può, tuttavia, affermarsi una diversa interpretazione, capace di coniugare risparmio ed efficienza. Anzitutto, si consideri che ogni volta che nasce un nuovo soggetto vi sono dei costi, così come accade anche quando si apre un’impresa. Se, peraltro, tali costi sono compensati, nel tempo, da ricavi o risparmi, si evita di creare nuove fonti di spesa pubbliche aggiuntive ed improduttive.

Nel caso della futura Agenzia, posto che le attuali Direzioni Territoriali del Lavoro scompariranno, in parte assorbite dall’Agenzia Unica Ispettiva, in parte dall’Agenzia nazionale per l’occupazione, un primo risparmio di spesa può essere individuato nei minori costi per le locazioni delle sedi. Si tenga presente, a tal proposito, che mentre Inps e Inail sono generalmente proprietari degli immobili in cui si trovano i loro uffici, ciò è più raro per il Ministero; un’efficiente soluzione, quindi, potrebbe portare ad individuare le sedi periferiche della nuova Agenzia esclusivamente o principalmente presso strutture di proprietà. Una seconda fonte di risparmio è rappresentata dalla presenza di personale, che non rende immediatamente necessario avviare concorsi. Non sembra casuale, in tale prospettiva, che il previsto concorso per 250 ispettori del lavoro sia stato bloccato e si sia nel frattempo proceduto all’assorbimento degli idonei del concorso per ispettori Inps – a dimostrazione che le presunte differenze con gli ispettori del lavoro sono minori di quel che alcuni paventano. Per tale ragione, si potrebbe pensare di investire nella nuova Agenzia anche solo una parte dei risparmi sopra descritti, anziché “distoglierli” verso nuove destinazioni.

La formazione del personale, invece, necessaria per garantire condotte uniformi sul territorio nonché per conoscere specifiche procedure attualmente di competenza dei singoli enti che costituiranno l’Agenzia, potrà avvenire impiegando i fondi comunitari provenienti dal Fondo Sociale Europeo, elaborando appositi progetti gestiti direttamente dall’Agenzia Ispettiva. Le strutture informatiche e le altre dotazioni strumentali, quali ad esempio i dispositivi di sicurezza, potranno essere acquistati attraverso altri fondi strutturali, come il PON Sicurezza. A quest’ultimo proposito, l’auspicio è che l’Agenzia possa altresì costituire uno strumento per impiegare meglio le risorse pubbliche (nazionali e comunitarie), in modo da garantire realmente miglioramenti tangibili in relazione alle decine di milioni di euro spese.

L’unificazione delle banche dati, infine, per un’attività di vigilanza mirata e “scientifica”, potrà avvenire senza costi, così come prevede da dieci anni l’inattuato art. 10 del D.Lgs. 124/2004, mentre i software informatici in uso presso l’Inps, più efficienti degli altri, dovranno solo essere implementati, così da poter essere messi a disposizione della nuova struttura.

In questo modo, attraverso una sapiente combinazione di fattori di provenienza diversa, residuano risorse finanziarie da poter allocare sull’assetto contrattuale, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, così da colmare o ridurre fortemente il divario economico esistente all’interno del personale ispettivo coinvolto.

 

Matteo Ariano

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