Quota 96 in legge stabilità: sarà la volta buona? Intervista a Laura Puppato

Mentre l’Italia si appresta a conoscere la nuova legge di stabilità 2015, con bonus a lavoratori e imprese – rispettivamente, 80 euro e Irap – c’è una categoria che non invoca regali, ma chiede soltanto indietro quanto le è stato tolto. Per i Quota 96, la finanziaria in arrivo non è altro che l’ennesima occasione di riprendersi un diritto, quello alla pensione, sfumato per l’ormai famoso errore della legge Fornero. Se davvero sarà la volta buona, lo si dovrà indubbiamente anche a Laura Puppato, senatrice del Pd e prima firmataria dell’interrogazione siglata anche da vari esponenti delle opposizioni, sul mancato ritiro dei lavoratori più anziani nel sistema scolastico. Una questione, in realtà, ben più ampia del solo perimetro Quota 96, che coinvolge l’attuale normativa sul sistema pensionistico, l’assunzione di migliaia di giovani precari e, non da ultimo, il corretto utilizzo delle risorse pubbliche.

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Senatrice, può illustrarci brevemente il contenuto dell’interrogazione che ha rivolto al ministro dell’Economia Padoan sui Quota 96?

Il sistema di calcolo dei PIL europei è stato aggiornato, con il sistema Sec2010 che ha modificato le stime del rapporto deficit/PIL dal 3% al 2,8%. Quindi, l’Italia recupera questo 0,2% che può investire, che corrisponde, secondo le stime più pessimistiche, a 1,5 mld di euro. L’interrogazione propone di utilizzare parte di questi fondi per sanare l’errore della legge Fornero e garantire il pensionamento per i quota96. E’ di oggi peraltro, un aggiornamento positivo sul dato degli interessi sul debito pubblico, che fa ammontare a 6mld di euro il risparmio previsto.

Ancora nessuna risposta dal Tesoro?

Ad oggi non è pervenuta ancora una risposta, ma è necessario lasciare il tempo tecnico per farlo.

Se la proposta verrà accolta, quali saranno gli effetti pratici? Ci sarà un riconoscimento extra per gli anni lavorati in più, oppure una decurtazione dell’assegno per i contributi mancanti sui requisiti attuali?

L’interrogazione è volutamente poco specifica su questo punto, perché è necessario valutare bene il come procedere, con strumenti che il Ministero può utilizzare facilmente e scegliere. Personalmente mi sono convinta sia corretto perseguire la prima opzione, ovvero il riconoscimento extra per gli anni lavorativi in più. E’ un diritto degli insegnanti, ma è ovviamente necessario fare alcune valutazioni anche economiche. Sicuramente il Ministero cercherà di perseguire la via migliore, la stessa Ministra (Giannini, ndr) incontrata in aula 2 giorni fa, mi ha garantito che se ne sta occupando e non ha affatto accantonato il tema.

Parlando di Quota 96, non si può tralasciare quanto avvenuto la scorsa estate. Prima, alcuni esponenti del suo partito – in primis Francesco Boccia – sono usciti allo scoperto garantendo nella riforma della PA la pensione al primo settembre ai Quota 96, ma poi è saltato tutto, si dice, per un intervento della Ragioneria di Stato. Che addirittura avrebbe bloccato l’emendamento in Senato a un passo dall’arrivo in aula. Quanto c’è di vero? Cosa è successo in quelle giornate concitate?

E’ successo che in molti hanno fatto i conti senza l’oste. Prese una ad una le questioni sembrano tutte semplici da risolvere, ma se viste in forma aggregata diventa tutto assai più difficile. Non ho apprezzato l’azione di questi colleghi che hanno venduto la pelle prima di aver catturato l’orso, ed hanno anche illuso me come molti altri senatori che la Camera avesse trovato la quadra sui conti… Bisognerebbe essere sempre molto cauti in queste dichiarazioni. Ora infatti non ho voluto mettere il carro davanti ai buoi, ma offro una via di soluzione di soluzione utilizzando un importo che ritengo possa, debba essere utilizzato anche a questo scopo, nulla osta se il Governo ne sta vagliando altri. L’importante e’ raggiungere l’obiettivo e sanare l’ingiustizia subita.
La Ragioneria di Stato ha bloccato la Camera quest’estate sull’iniziativa della commissione e ciò ha creato un po’ di disorientamento, ora dobbiamo parlare meno e trovare la soluzione adatta, che sia quella proposta da me o proposta da un altro collega.

Sembra si sia diffusa l’idea che solo ipotizzare modifiche alla legge Fornero sia un tabù…che ne pensa? Ritiene che la legge sulle pensioni si possa in qualche modo migliorare?

Come già detto, credo che la cosa importante sia migliorarla in seno alla flessibilità di uscita, anche in virtù dell’usura presente in alcuni lavori. Dobbiamo inserire, oltreché parametri quantitativi, anche parametri qualitativi, ma la cosa più importante è creare prima le premesse necessarie a far ripartire l’economia, fintanto che non si tornerà a crescere sarà difficile ipotizzare interventi importanti sul sistema pensionistico.

L’uscita dei Quota 96 non può che collegarsi ai tantissimi precari ancora in attesa: perché mai il governo ha obbligato i 4mila ad (almeno) un altro anno in cattedra, varando poche settimane dopo la riforma della scuola per l’assunzione di 150mila precari? Non sarebbe stato meglio cominciare da coloro che, avendo diritto alla pensione, avrebbero dovuto lasciare il posto ai giovani?

A volte aspetti che sembrano viaggiare sullo stesso treno, si trovano invece su binari paralleli. La questione Quota96 riguarda il sistema pensionistico, quella dei 150mila precari il tentativo del Governo di rimettere la scuola al centro del discorso. Mi rendo conto che può sembrare una contraddizione e per certi versi lo è. Dobbiamo ricordarci che il Governo è in carica da pochi mesi, ma dai discorsi che sento in giro sembra che abbia tutte le colpe degli ultimi 30 anni. Non si rimedia a decenni di gestione “allegra” e irresponsabile in pochi mesi, bisogna dare tempo al Governo di raccogliere i risultati che ha seminato, so che chiedere pazienza porterà molti a roteare gli occhi, ma non si può valutare l’azione di un Governo, su tutti i fronti dopo solo pochi mesi di vita – è un errore che in Italia abbiamo fatto troppe volte.

Le risorse, se arriveranno, saranno stanziate nell’imminente legge di stabilità. Che finanziaria si aspetta di trovare, per l’anno dell’Expo?

Spero di sì, ma in questo momento non posso rispondere con certezza, vedremo quando questa sarà presentata. Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio fanno pensare che si stia pensando ad un importante taglio delle imposte, attendiamo di vedere le carte e poi ne discutiamo, sarà mia cura non mollare di un millimetro sul tema Quota96. L’Expo è certo un importante capitolo di spesa, con un atteso, rilevante ritorno economico, ma anche con un obiettivo che il tema “alimentazione” apre positivamente. La contraffazione alimentare internazionale, l’italian food e la dieta mediterranea, lo sviluppo dell’agricoltura a km zero, la fame nel mondo che uccide 29 milioni di persone l’anno come l’obesità che ne uccide altrettante ed è presente in misura massiccia nei Paesi occidentali, obbligano ad un investimento sul riequilibrio delle risorse. Mi attendo un ruolo traino dell’Italia sulla riduzione/cancellazione delle speculazioni sulle commodities alimentari che affamano un pezzo di mondo e un lavoro di lobby e controllo dei mercati mondiali dove perdiamo 60 mld l’anno a causa delle contraffazioni soprattutto alimentari.

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Francesco Maltoni

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