Legge di stabilità 2015: 20 miliardi per cambiare la legge Fornero

Pensioni, esodati e Quota 96: si torna a sperare in vista della legge di stabilità 2015. Le prime anticipazioni sulla prossima finanziaria rafforzano le speranze di quanti sperano di rientrare nel computo degli interventi in materia sociale e di welfare. In particolare, ovviamente, le categorie fino a oggi del tutto o in gran parte dimenticate, quelle del ritiro dal lavoro.

Ieri sera, il premier Matteo Renzi, ospite a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, ha infatti annunciato che nella legge di stabilità saranno incluse misure per 20 miliardi di euro, ma senza “un centesimo in più di tasse”.

Musica per le orecchie dei tantissimi lavoratori smaniosi di lasciare il posto, ma che, a causa dei nuovi requisiti della legge Fornero, per sviste sciagurate dei passati governi o promesse non mantenute anche da questo esecutivo, non possono ancora accedere alla pensione.

Vediamo in che misura, nei 20 miliardi promessi da Renzi, potrebbero rientrare le principali categorie dei bistrattati del welfare: i pensionati, gli esodati e, soprattutto, i Quota 96 della scuola, che arrivano dalla cocente delusione di questa estate, con a pensione sfumata all’ultimo passaggio parlamentare della riforma PA.

Pensioni

Se è arduo ipotizzare una riforma pensioni in legge di stabilità, però, nella cifra annunciata dal presidente del Consiglio, potrebbe rientrare qualche correttivo degno di nota alle regole imposte dalla legge Fornero in fatto di requisiti minimi per abbandonare il lavoro.

Più verosimile, il recupero di una proposta di legge che latita nelle commissioni parlamentari da svariati mesi e, ancora, non è riuscita ad arrivare in aula. Si tratta dell’ipotesi promossa dall’ex ministro del Lavoro e deputato Pd Cesare Damiano, orientata a reintrodurre i pensionamenti flessibili, impostati sulla vecchia pensione di anzianità collegata, però, a un meccanismo di penalizzazione o di premio. Ovviamente, prima arriverà l’addio al lavoro, maggiore sarà il taglio dall’assegno previdenziale che si è destinati a percepire.

Esodati

Ma non vanno dimenticati anche gli esodati, i quali rimangono una folla silenziosa, in attesa di essere ripescati dalle reti del welfare. Ancora a decine di migliaia, infatti, attendono di essere salvati e molte di più sono le pensioni non erogate dall’Inps a fronte di posizioni riconosciute degne di salvaguardia secondo i vari decreti emanati a seguito delal falla aperta dai vari governi Berlusconi e Monti.

Secondo le stime della Ragioneria di Stato, 20 miliardi sarebbero più che sufficienti a chiudere per sempre la questione degli esodati: in sostanza, l’intera prossima legge di stabilità. Difficile presupporre che il governo destini l’intero sforzo economico alla categoria finora quasi dimenticata, anche se è lecito attendersi novità importanti, sia sul fronte delle salvaguardie che su quello degli assegni non ancora recapitati ai legittimi destinatari.

Quota 96

E veniamo alla categoria “maledetta” dei Quota 96 della scuola, coloro che sono costretti a rimanere in cattedra per una dimenticanza nella legge Fornero che ha tralasciato il calendario scolastico, diverso da quello degli altri lavoratori che concide con l’anno solare.

Ebbene, se per salvare tutti i 4mila insegnanti e dipendenti Ata rimasti in servizio – ormai Quota 101 o 103 – servivano, prima di settembre scolastico 400 milioni per i prossimi 4 anni, ora l’esborso sarebbe più ristretto, esseno il margine da coprire, sia temporale che di contributi, inferiore. Insomma, questa volta, questa volta il governo non ha scuse: se la legge di stabilità sarà di davvero 20 miliardi, dimenticare ancora una volta i Quota 96 suonerebbe come l’ennesima, insopportabile e immotivata ingiustizia.

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Francesco Maltoni

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