Da ieri, infatti, è ufficialmente partita la “fase due” del governo in materia di lavoro, con l’introduzione del nuovo modello, che dovrebbe prevedere il minimo di garanzie ai nuovi assunti, con incremento delle tutele di welfare al progredire del rapporto di lavoro.
La proposta di modifica al ddl Jobs Act è stata illustrata dal presidente dell’organo parlamentare, Maurizio Sacconi, in vista dell’approdo in aula del disegno di legge che completerà il lavoro dell’esecutivo in materia di occupazione.
Come cambieranno i contratti
Con l’emendamento presentato ieri dal governo in Commissione Lavoro al Senato, fa la sua comparsa il nuovo contratto di lavoro a tutele crescenti, inteso come rapporto a tempo indeterminato che si stabilizza via via che il lavoratore e il datore di lavoro mantengono la collaborazione attiva.
Una volta che il disegno di legge sarà stato approvato, allora, il governo otterrà la delega a riscrivere lo Statuto dei lavoratori del 1970, con apposito decreto legislativo da emanare entro un semestre dall’ok in Parlamento.
Rimane il dubbio principale: che fare dell’articolo 18? Da una parte, nel Pd non son pochi coloro che premono per una sospensione solo parziale della norma, mentre sul fronte Ncd – area a cui appartiene lo stesso Sacconi – la posizione predominante è quella di cancellare del tutto la previsione di legge.
La conseguenza più probabile è quella di arrivare alla mancata applicazione dell’articolo 18 solo per i neo assunti per mezzo dei contratti a tempo indeterminato. Nel caso si verifichi un licenziamento valutato non legittimo, sarà assicurato l’indennizzo economico e nient’altro.
Diverso, invece, il discorso per le regolarizzazioni da precari o contratti flessibili, per i quali si dovrebbe ricorrere alla categoria dei mini Jobs in salsa tedesca, con l’aumento progressivo del reddito e l’impiego dei voucher, che negli anni passati hanno ottenuto un buon successo. Verrano, a tal proposito, innalzati i limiti di reddito previsti per questo genere di prestazioni.
Vai al testo dell’emendamento sull’articolo 18
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