In questi giorni, però, la polemica è montata anche sul provvedimento che dovrebbe riscrivere tempi e regole dei tribunali. Sotto la lente, infatti, era finita la riforma della prescrizione, prima annunciata nelle direttive generali, poi misteriosamente scomparsa dai radar, al punto che non se ne era trovata traccia anche nelle più recenti dichiarazioni dello stesso Guardasigilli.
Così, la riforma dovrebbe completarsi con la profonda revisione del processo civile, finalizzata a smaltire l’arretrato soprattutto in sede di appello, che rallenta a dismisura il tempo delle sentenze, e, insieme, con l’applicazione di tempi certi per arrivare a sentenza.
Ha confermato il rientro della materia della prescrizione – certamente il tema più spinoso per i risvolti politici tra quelli che figurano nel progetto di riforma della giustizia – la responsabile Giustizia del Partito democratico Alessia Morani, la quale ha aggiunto che “prescrizione, riti alternativi e riforma dell’appello debbano andare tutti insieme”.
Resta ancora da capire soto quale orma verrà presentato il pacchetto di interventi: probabile che per il processo civile si proceda con un decreto, mentre per le altre materie si proceda con un disegno di legge più articolato.
I punti della riforma della giustizia in arrivo in Consiglio dei ministri
Interruzione della prescrizione con i processi di primo grado
Decreto ad hoc sui carichi civili: massimo un anno per il primo grado e dimezzamento arretrato
Specializzazione dei tribunali
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