Ieri sera, l’organo in sede referente ha proseguito l’esame alla nuova versione del testo, con gli emendamenti approvati tra i quasi duemila presentati, che hanno rallentato l’iter del provvedimento alla prima lettura.
QUI IL TESTO DELL’EMENDAMENTO QUOTA 96
Un passaggio che, comunque, è destinato a rimanere breve: secondo il calendario della Camera, infatti, il provvedimento potrebbe rimanere al vaglio dei deputati al massimo fino a domani, venerdì 25 luglio, prima di passare in fretta al Senato, dove è già atteso per la prossima settimana.
E con una timeline così serrata, alla maggioranza non restano alternative: il voto di fiducia. Non ci sarà infatti margine utile per discutere ed eventualmente correggere il testo in assemblea. Ormai, infatti, il tempo stringe davvero, non solo per i Quota 96, ma per la stessa conversione del decreto, in scadenza il prossimo 23 agosto e ancora in attesa di ricevere il via libera da entrambi i rami del Parlamento, con pausa estiva annessa a partire da sabato 9.
Per i Quota 96, poi, la clessidra si sta svuotando ancor più velocemente, dato che entro il prossimo primo settembre, dovranno essere esaminate tutte le domande di pensionamento da parte dell’Inps, che stabilirà nomi e cognomi dei 4mila destinatari del provvedimento introdotto nella riforma della PA finalmente giunta in aula.
Cosa succederà al Senato, poi, è ancora un rebus. Di certo, sarà piena bagarre per via dell’esame al ddl costituzionale che sta monopolizzando l’aula con rallentamenti a cascata su un po’ tutti i decreti: giusto martedì, il presidente del Senato Piero Grasso ha infatti indetto sedute a oltranza da lunedì 28 a venerdì 8 agosto, anche notturne, per chiudere il voto sui circa 8mila emendamenti piovuti sul capo delle riforme istituzionali.
Quando e come provvedimenti come la stessa riforma della PA riusciranno a introdursi in questa calca di votazioni, è ancora un mistero. Sicuramente, però, qualche intervallo nel voto sul ddl Boschi ci dovrà essere, ed è molto probabile che in una di queste pause possa trovare spazio quello che sarà il voto definitivo – ancora una volta di fiducia, naturalmente – per la riforma della PA. Tutto ciò, ovviamente, dopo il passaggio a Montecitorio che inizia oggi e dovrebbe chiudersi entro domani.
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