Approvata lo scorso mese di febbraio, la legge sulla delega fiscale ha rallentato proprio quando il compito più difficile sembrava finalmente alle spalle. Convinto il Parlamento a licenziare il ddl di riforma fiscale, infatti, la strada delle nuove norme sul fisco sembrava finalmente in discesa. Per l’ok definitivo alla legge, infatti, erano serviti diversi anni e altrettanti governi: concepita sotto l’ultimo governo Berlusconi, quella legge, via via arricchita di nuove, anche pesanti proposte di riforma, in primis la lotta all’evasione in scia alle misure di rigore, ha ricevuto il via libera solo con l’esecutivo di Renzi. Tra le modifiche apportate nel corso dei mesi di confronto in commissione, è stata introdotto anche l’attesissimo rinnovamento del catasto, un intervento che andrà a colpire l’intero patrimonio immobiliare del Paese e, per questo, richiederà anni di lavori e di analisi.
Peccato, però, che da allora di passi in avanti ne siano stati fatti davvero pochi, tra le elezioni europee che hanno concentrato l’azione dei partiti di governo e i decreti in scadenza – vedi il bonus Irpef degli 80 euro – sempre in cima alle priorità.
Oggi, infine, sembra davvero arrivato il giorno del primo intervento in materia di delega fiscale, sotto forma, di un decreto legislativo in scia alla legge delega portata a casa dal governo. L’intervento, non a caso, arriva proprio oggi, nel Consiglio dei ministri in cui verrà presentato il decreto semplificazioni. QUI TUTTI I DETTAGLI
Nello specifico, se le anticipazioni troveranno riscontro nella seduta di oggi tra i ministri del governo Renzi, dovrebbe essere avviato l’iter di riforma delle commissioni censuarie, intervento iniziale e propedeutico a portare a termine la revisione degli immobili catastali.
Se lo spirito della delega fiscale è quello di attribuire a ogni edificio il valore per metri quadrati e non più per vani, prima di portare a termine questo compito, andranno ristabiliti gli organi che dovranno,da subito, guidare il passaggio dal vecchio al nuovo sistema di catasto, e, in seguito, favorire l’aggiornamento costante dei dati ogni quinquennio. E, per fare questo, a partire da oggi saranno ridisegnate le commissioni, che assumeranno una dimensione provinciale, e saranno composte da un presidente e sei membri di supporto, pescati dall’Agenzia del Territorio (2), dall’Anci e dagli ordini professionali (3). In tutto, dunque, avremo cento commissioni locali, più quella di coordinamento centrale composta da 25 membri.
Quindi, i nuovi tavoli saranno divisi in tre differenti sezioni, a seconda che si occupino di catasto urbano, di revisione del sistema o di estimativo catastale di fabbricati e terreni. Con l’ok al provvedimento del governo, emergeranno ulteriori dettagli.
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