Spending review 2014, il piano Cottarelli per pensionati e statali

Redazione 20/03/14
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Non si è ancora arrestata l’eco attorno alla rivelazione del piano di Carlo Cottarelli che, dopo mesi di studio e di analisi sulla spesa pubblica, ha varato ufficialmente i punti necessari per ridare fiato alle casse pubbliche.

A seguito di una serie di speculazioni, anticipazioni e previsioni su quelli che sarebbero stati i settori su cui si sarebbe abbattuta la scure del nuovo commissario per la spending review, finalmente cifre e destinatari del programma di tagli hanno un profilo ufficiale.

Per la prima volta in maniera decisa, almeno nei propositi, un disegno di ridefinizione della spesa dello Stato aggredisce direttamente sia i partiti che gli organi istituzionali, spesso protagonisti di sprechi o di casi in grado di susscitare forti polemiche. Nel complesso sono 7, 18,1 e 33,9 i miliardi che si potranno risparmiare, se la cura Cottarelli verrà adottata pienamente.

A tal proposito,il commissario ha bocciato senza appello il decreto sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che lascia i contributi pubblici fino al 2017 per le forze politiche, per poi passare al regime delle donazioni volontarie del 2%. Sul fronte degli organi costituzionali, poi, la spesa dovrebbe diminuire di un terzo nel prossimo triennio, scendendo sotto i 2 miliardi.

Invece, a parere del successore di Enrico Bondi, da una parte l’abbandono dei rimborsi elettorali va adottato senza attendere ulteriormente, mentre, sul fronte degli enti locali, si dovrà procedere all’unione dei Comuni al di sotto dei 5mila abitanti, con parallela riduzione delle indennità percepite dalle cariche elettive.

Finisce sotto la lente anche il mondo delle Regioni, dopo i numerosi scandali sui rimborsi e sulle spese relative ai finanziamenti elargiti ai gruppi consiliari, da nord a sud. Secondo Cottarelli, vanno tagliati drasticamente vitalizi, prestando attenzione al rispetto delle regole e delle nuove leggi.

Veniamo, dunque, al comparto degli statali e a quello dei pensionati, che si sentono ancora una volta vittime sacrificali di questo piano di riduzione. In primis, viene consigliato di porre un freno al cumulo delle pensioni da ruolo professionale nel pubblico. Ma è sui possibili esuberi da qui al 2016, che si giocherà la vera partita con i sindacati e i rappresentanti del pubblico impiego nei prossimi mesi.

Cottarelli individua come necessario il taglio di 85mila dipendenti dagli organi pubblici, elevando, insomma, e non di poco il piano elaborato due anni or sono da Enrico Bondi. Quest’ultimo, infatti aveva segnalato come necessaria la rinuncia a 24mila lavoratori, con taglio rispettivo del 20% dei dirigenti e del 10% dei dipendneti. Una riforma che, però, non è mai stata attuata e che, oggi, torna con l’accelerata impressa da Cottarelli, il quale ipotizza, solo in questo settore, 5 miliardi di risparmi entro il 2014, tra pensioni e primi esuberi.

Nello specifico, per i pensionati, le misure messe sul tavolo dal commissario per la spending review, riguardano una frazione non superiore al 15% dei pensionati, con possibile revisione delle pensioni di guerra, e stop all’indicizzazione parzialmente riconosciuta con la legge di stabilità.

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