Decreto Imu-Bankitalia, sì alla fiducia. Proteste dei 5 Stelle: voto interrotto

Redazione 24/01/14
Sì della Camera dei deputati alla fiducia sul decreto Imu-Bankitalia, dopo una dura protesta da parte dei deputati del MoVimento 5 Stelle che, per la prima volta nella storia della Repubblica, hanno provocato l’interruzione di un voto di fiducia a Montecitorio.

Non era mai successo, infatti, lo stop alla procedura di voto sulla questione di fiducia, posta dal governo su un decreto alla Camera: la protesta plateale dei grillini, oltre a suscitare scalpore, ha fatto segnare anche questo record.

Alla fine, sono stati 335 i voti a favore, contro i 144 contrari e un solo astenuto. Nel frattempo, gli eletti 5 Stelle hanno inscenato il proprio disappunto su un provvedimento che, a loro dire, “svende la Banca d’Italia”, sedendosi polemicamente a terra, mentre i colleghi rimasti ai banchi sventolavano cartelloni contro il decreto.

Dopo alcuni momenti molto concitati, il vicepresidente di Montecitorio, Luigi Di Maio, anch’egli grillino, ha espulso alcuni compagni di partito, rei di aver provocato l’interruzione della procedura di voto.

Secondo gli esponenti grillini, il decreto regalerebbe 7,5 miliardi alle banche privatementre il Paese soffre”, come ha notato l’esponente Cozzolino. “La foglia di fico della cancellazione dell’Imu, bacata dal verme della mini-Imu, è caduta – hanno esclamato i grillini, a termine della seduta – . E ha lasciato scoperta la vergogna del regalo da 7,5 miliardi alle banche e alle assicurazioni azioniste di Bankitalia”.

Proprio nel giorno in cui scade il pagamento della mini Imu, dunque, è arrivato il sì al decreto che ne istituiva la nascita, il quale, però, manca ancora del voto definitivo, che arriverà presumibilmente a inizio settimana prossima. “Avevamo proposto alla maggioranza di cancellare anche la mini-Imu con un giro di vite alla tassazione sul gioco d’azzardo, ma governo e maggioranza sono sempre pronti a difendere le prerogative delle lobby che poi tengono sottobraccio nei corridoi del Parlamento. Concessionari delle slot, assicuratori, banche, speculatori edilizi, colossi dell’energia fossile: tutti contano per questi partiti, tutti tranne i cittadini”.

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