Rimane il grande dubbio sulle detrazioni della nuova tassa sulla casa, che andrà a coprire, come suggerisce la sua stessa denominazione, i servizi dei Comuni resi indivisibili, come la manutenzione dei marciapiedi, l’illuminazione e le altre utenze pubbliche che non possono essere ricondotte al mero possesso di un immobile specifico.
Il centro della questione è sempre rappresentato dal problema delle detrazioni, le quali erano presenti in larga misura per la definizione degli importi relativi all’Imu e invece, allo stato attuale, rimangono a discrezione dei Comuni per stabilire l’esatta cifra da versare in riferimento alla Tasi. LEGGI L’APPROFONDIMENTO
Come noto, la Tasi andrà pagata in due rate, spiega la legge di stabilità 2014, una fissata per il prossimo giugno e la successiva per il mese di dicembre 2014. Gli enti riscossori, i municipi, potranno, secondo la normativa, dal 2,5 al 3 per mille, per un importo complessivo che potrebbe portare l’imponible dell’intera Iuc all11,1 per mille rispetto al 10,6. La nuova imposta municipale unica, infatti, è costituita da tre diverse componenti, ossia la Tasi, dovuta da proprietari e inquilini, così come la Tari – il tributo legato alla raccolta dei rifiuti – più quel che resta dell’Imu, la quale rimarrà in vigore per seconde case, abitazioni di lusso e capannoni industriali. A ciò, si aggiunga anche il pasticcio irrisolto della mini Imu, in scadenza il 24 gennaio e tuttora nel vuoto cosmico di istruzioni operative per i milioni di contribuenti coinvolti, e ci si troverà di fronte il quadro più caotico mai registrato in Italia per il fisco immobiliare.
Insomma, il 2014, dal punto di vista della tassazione sulle proprietà immobili, si preannuncia come un anno denso di difficoltà sia burocratiche che economiche. All’orizzonte, infatti, paiono profilarsi labirinti di leggi, istruzioni a dir poco vaghe e un esborso che, per i contribuenti, potrebbe essere assai più salato rispetto all’anno appena concluso.
Tutto, infatti, resta legato al problema detrazioni che, se prima favorivano le famiglie con redditi più bassi e le proprietà immobiliari dalla rendita catastale inferiore, ora potrebbero addirittura fornire un bonus ai ceti più abbienti, rimanendo a completa disponibilità del Comune in cui l’immobile è collocato. A questo proposito, dunque, si sta valutando l’ipotesi di correggere l’imposizione della Tasi con un emendamento al decreto Milleproroghe-bis, cioè il nuovo provvedimento che ha sostituito il contestato decreto salva Roma. La decisione sta maturando in seguito al pressing dei sindaci per la revisione della normativa, che, per giunta, non consentirebbe, così com’è, di far incamerare tutte le risorse previste agli enti locali. Far quadrare i conti dei Comuni e, insieme, aumentare le detrazioni sulla Tasi per le fasce più in difficoltà: un duro compito da risolvere con un solo emendamento.
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