Dopo un lungo tira e molla, durato quasi quattro mesi, dunque la questione della legittimità del seggio occupato dall’ex presidente del Consiglio è riuscita ad arrivare in aula. Molteplici i rallentamenti subiti dall’iter che, a seguito della pronuncia della Cassazione, avrebbe dovuto provocare l’estromissione di Berlusconi dall’aula di palazzo Madama per effetto della legge Severino, approvata appena un anno fa anche grazie al partito guidato dallo stesso Berlusconi.
La condanna a tre anni di reclusione, indultati a uno, inflitta al patron di Fininvest non lasciava dubbi: la fattispecie del reato di frode fiscale, con la pena confermata anche dalla Suprema Corte, rendeva applicabile il principio della decadenza del seggio contenuto nella legge. L’unica scappatoia cercata da Berlusconi è stato il tentativo di riaffermare la non retroattività della norma, una tesi che non ha trovato sostegno in Parlamento.
Quindi, nelle settimane successive, la questione è stata rimpallata tra la Giunta per le autorizzazioni del Senato, dove Berlusconi ha tentato una pallida difesa delle proprie prerogative, mentre, nell’organo deputato alla discussione sul regolamento, si discettava di voto segreto o voto palese. Alla fine, è stata decisa la data di oggi, con ufficialità del voto palese, per effetto delle posizioni prevalenti nella giunta, che hanno visto in minoranza i rappresentanti del Popolo della libertà.
Ora, dunque, si attende solo il responso dell’aula, previsto in serata per le 19, anche se un’altra partita si gioca fuori dal Senato, dove lo stesso Berlusconi ha già annunciato una manifestazione di piazza “legittima e pacifica” come l’ha definita lo stesso ispiratore.
Già lunedì era emersa la controffensiva del Cavaliere sui principali canali di informazione, con la conferenza stampa dove ha chiesto ufficialmente la revisione del processo Mediaset, fino agli interventi suoi e dei fedelissimi speranzosi in qualche soluzione in extremis in grado di rinviare il voto.
Il clima è dunque caldissimo, con il Pd che, tramite il proprio responsabile giustizia Danilo Leva, afferma: “Stiamo assistendo a un’escalation con toni sempre più violenti da parte di Berlusconi. Invocare la piazza contro una sentenza emessa da un tribunale rappresenta un punto di rottura con la storia della Repubblica e con il nostro sistema democratico”.
Oggi al Senato è in programma una seduta unica a oltranza sul caso di Berlusconi, con avvio in mattinata e votazione prevista per le 19, anche se non è escluso che i falchi berlusconiani potrebbero dare vita a un vero e proprio ostruzionismo, alla ricerca di qualche espediente per allungare i tempi di un voto che sembra scontato: se il Pd voterà compatto, con MoVimento 5 Stelle, Sel e Scelta civica, questa sera Silvio Berlusconi non sarà più senatore.
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