Si tratta di un provvedimento che andrebbe a toccare la vera zavorra del mercato del lavoro in Italia, che incide tanto sulle buste paga dei dipendenti, quanto sul peso dei contributi che il datore di lavoro è chiamato a versare per il proprio subordinato.
L’Istat, nei suoi ultimi dati ufficiali, certifica che, in media, il cuneo fiscale ha un’incidenza pari a 14mila 350 euro annui sul monte stipendio del lavoratore, con, in percentuale, un peso del 20,6% sul lavoratore e del 25,6% sul datore di lavoro. Il costo complessivo è pari, dunque, al 46,2%, che sfonda quota 53%, però, se vengono calcolati anche i surplus richiesti da Irap, Tfr e Inail.
Un peso elevatissimo, tra i più alti in Europa e, sicuramente, al vertice delle economie più avanzate nel continente, al quale il governo ha rivolto dunque la sua attenzione per i prossimi interventi in materia economica
Enrico Letta ha annunciato la prossima riforma del cuneo fiscale promettendo “più soldi in busta paga per il 2014” , mentre anche i sindacati, Cisl in testa con il segretario Raffaele Bonanni, invocano meno tasse sul lavoro anche di fronte al costo sempre più elevato dei servizi e dell’alta pressione fiscale.
In prospettiva, mentre si sta scrivendo la legge di stabilità e dunque i dettagli definitivi dell’operazione devono ancora essere resi noti, pare che all’intervento sul cuneo fiscale verranno destinati 2 miliardi di euro, la metà di quelli necessari per abbattere in maniera convincente il costo del lavoro, almeno secondo i conti portati dal ministro del lavoro Giovannini – ex presidente Istat -e dal ministro del Tesoro Saccomanni.
Prima che la proposta del governo finisca nero su bianco, però, le parti sociali dovranno dire la loro nei tavoli già fissati per questa settimana: tra le ipotesi al vaglio per finanziare la misura sul cuneo fiscale, possibile un alleggerimento Irap grazie a nuove deduzioni o, in alternativa, una sforbiciata all’Irpef. Non è da escludere, infine, che certe agevolazioni verranno concesse solo a quelle imprese virtuose, che legheranno, cioè, gli incentivi a un incremento dell’occupazione.
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