La rotazione avrà una durata di 12 ore complessivamente e verrà realizzata dalle ditte Titan Salvage – americana – e Micoperi – italiana. Le fasi previste del processo sono 5, alcune delle quali di preparazione e quindi già messe a punto. Nella giornata di oggi ci saranno controlli periodici e frequenti per determinare se le risposte del relitto sono in linea con quelle ipotizzate dagli esperti, quindi i tecnici controlleranno step by step il processo di “parbuckling”.
La prima fase è quella della stabilizzazione ed è stata portata a termine all’inizio di novembre. E’ stata realizzata mediante un sistema di ancoraggio costituito da 4 elementi sommersi (anchor block) fissati al fondale tra il relitto e la costa e in posizione centrale rispetto al relitto stesso. Successivamente è prevista l’installazione di 12 torrette di ritenuta che serviranno durante la fase di ribaltamento.
La seconda fase prevede la preparazione del fondale fittizio dove il relitto si appoggerà dopo la sua rotazione. Contestualmente a questa operazione ci sono altre due fasi distinte: il posizionamento di sacchi (grout bags) che verranno poi riempiti di cemento e che serviranno per colmare il vuoto tra i due speroni di roccia, dove al momento appoggia il relitto. Fatto questo, una speciale malta cementizia verrà iniettata nei sacchi stessi.
La terza fase è quella del ribaltamento del relitto o rotazione in assetto verticale e sarà effettuata in 24 ore. L’azione verrà messa in pratica attraverso martinetti idraulici (strand jacks) che metteranno in tensione cavi di acciaio fissati alla sommità dei 9 cassoni centrali ed alle piattaforme sulle quali andrà ad appoggiare il relitto dopo il suo raddrizzamento.
Nella quarta fase vengono posizionati altri 15 cassoni di galleggiamento sul lato destro (starboard) del relitto. Questi cassoni serviranno nella successiva fase di rigalleggiamento.
Nella quinta ed ultima fase il relitto poggerà sul falso fondale a circa 30 metri di profondità. Grazie ad un sistema pneumatico, i cassoni sui due lati del relitto verranno progressivamente svuotati dall’acqua e forniranno la spinta necessaria a fare rigalleggiare il relitto. Terminata tale operazione, la parte che rimarrà sommersa sarà di circa 18 metri.
Chiaramente il processo di rotazione, come tutte le cose mai sperimentate prima, comporta qualche elemento di preoccupazione. Il rischio principale è, come indicato negli stessi modelli preparati per il parbuckling, che si verifichi una rottura della nave nel corso dell’operazione. Non preoccupa però solo la possibile rottura della nave; infatti, ha rilevato il capo della Protezione Civile che ci sono rischi che risiedono non nella tenuta dei cavi ma nel comportamento che la struttura della nave avrà quando sarà sottoposta alle “sollecitazioni della rotazione.”
Altro elemento da valutare è lo sversamento dei liquami ancora presenti nella nave: un certo quantitativo di sostanze inquinanti finirà quasi sicuramente nelle acque del Giglio. Quanto, come e cosa dipenderà, riferisce Gabrielli, in base ai tempi e ai modi dell’operazione anche se va ricordato che la zona è stata delimitata da barriere che hanno lo scopo di limitare l’impatto ambientale di possibili agenti inquinanti.
Gabrielli ha ricordato infine che tutta l’operazione di rimozione non avrà impatti sulle tasche dei contribuenti, ma sarà a carico di Costa Concordia (e delle sue assicurazioni). Per un costo totale valutato dall’armatore in circa 600 milioni, ma questa cifra è, verosimilmente, destinata a crescere.
Segui la diretta streaming della rotazione della Costa Concordia.
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