La squadra di Governo lavora sulle solite idee; cancellazione totale dell’acconto sulle abitazioni principali, con relative pertinenze, terreni e fabbricati agricoli e case popolari, aumento fino a 600 euro della detrazione per sollevare dal saldo di dicembre quasi l’80% dei proprietari di prime case, affidamento totale dell’imposta unica municipale a partire dal 2014 ai Comuni. Se sulla carta sembrano tutti obiettivi ragionevoli e raggiungibili, tuttavia non bisogna sottovalutare le diversità delle posizioni in parlamento; il Pdl spinge per l’abolizione totale mentre il Pd è orientato ad una rimodulazione che preveda il mantenimento del prelievo sui proprietari con una maggior capacità contributiva.
La questione politica, tuttavia, non è l’unica che l’Esecutivo si trova ad affrontare; infatti problematico è anche l’aspetto economico che è piuttosto complicato visto che è legato a doppia mandata alle altre questioni ancora in ballo, una su tutte, l’aumento dell’Iva. Il decreto sul lavoro ha solamente posticipato al 1° ottobre l’aumento dell’aliquota dal 21 al 22%, trovando le risorse necessarie per la maggior parte con l’incremento degli acconti in scadenza il 2 dicembre.
Una scelta, però, avversata da molti e che ripristina la ricerca estenuante di finanziamenti alternativi; servono 1,05 miliardi che potrebbero anche raddoppiare se dovesse essere attivato il rinvio del rincaro al 1° gennaio 2014. Momentaneamente i tecnici dell’Esecutivo stanno studiando la soluzione di ritrovare i fondi necessari mediante un nuovo intervento di spending review. Poi la “fase 2” sull’Iva comporterebbe la revisione dei panieri per scongiurare l’aumento dell’aliquota ordinaria con uno spostamento di beni e servizi dal prelievo agevolato ( 4% o 10%) verso quello più alto.
Ad ogni modo anche questa è una operazione tutt’altro che priva di rischi come dimostra l’innalzamento dell’Iva sugli allegati ai prodotti editoriali prevista proprio dal decreto sui bonus ristrutturazioni e risparmio energetico (Dl 63/2013). Nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera è emerso l’orientamento unanime di modificare l’intervento per non pesare su un settore in difficoltà. Una decisione che potrebbe spingere il provvedimento verso una terza lettura in Senato.
Nel frattempo oggi scade il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione mentre l’approdo in Aula è previsto per lunedì prossimo. In un contesto in cui si prospetta un ingorgo parlamentare con l’esame del decreto del fare atteso proprio nell’Aula di Montecitorio a cominciare da giovedì, mentre il decreto Imu – Cig e quello sul lavoro sono attualmente all’esame del Senato.
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