Le prime considerazioni potrebbero essere fatte mercoledì, quando si incontreranno le cabine di regia di Esecutivo e maggioranza; all’incontro non dovrebbe essere presente Letta, che invece non dovrebbe mancare nella seconda cabina di regia, quella del 18 luglio, e che potrebbe annunciare l’ufficialità delle scelte del Governo su Imu e Iva.
Le idee su cui si lavora sono varie, si comincia dalla cancellazione per l’anno in corso della tassa sulla prima casa che verrebbe realizzata in vista della nuova “service tax” che dal 2014 dovrebbe comprendere sotto un’unica dicitura Imu, Tares e le varie imposte locali sugli immobili.
C’è poi una seconda teoria, che passa per l’ampliamento della franchigia. L’attuale situazione vede a 200 euro, più 50 per ogni figlio, la quota esente dalla tassa sull’abitazione. La franchigia potrebbe crescere fino a 600 euro, soluzione che solleverebbe dal pagamento della tassa quasi l’80% dei contribuenti. Il gettito, dal canto suo, non subirebbe un taglio delle stesse proporzioni, visto che nel 2012 il 29% dei proventi generati dall’Imu sulla prima casa, 1,2 mld circa, sono stati assicurati dai versamenti più alti, quelli con un ammontare superiore a 600 euro, ossia il 6,7% dei proprietari.
Per quanto concerne la rimodulazione dell’imposta la questione è ancora aperta; le esenzioni potrebbero dipendere dai valori catastali, oppure potrebbero essere riferite ai valori di mercato censiti dall’agenzia del Territorio.
A sostegno delle famiglie anche l’ipotesi di esentare una quota di vani o metri quadrati dell’abitazione, moltiplicata per ciascuno dei membri della famiglia. Per quanto concerne le tempistiche della riforma, il sottosegretario Pierpaolo Baretta ha spiegato che “entro ferragosto verrà presentata la proposta per riformare l’Imu e poi si aprirà un confronto con tutti i soggetti interessati tenendo conto anche che parallelamente si lavorerà sulla delega fiscale che prevede la riforma del catasto”.
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