Presente in aula il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, il quale affianca il pm Antonio Sangermano. Assente, invece, Ilda Boccassini. Non sono presenti nemmeno le due parti lese, Karima El Mahroug (Ruby) e i funzionari della questura di Milano che non si sono voluti costituire parte civile. La Procura, da come riportato ai giudici dal pm Sangermano, non ha ritenuto conveniente replicare alle arringhe difensive. Il collegio ha poi consegnato ad accusa e difesa una lettera fatta pervenire ad una stazione dell’Arma dei carabinieri di un paese in provincia di Padova, il cui autore fa esplicito riferimento ad un incontro con Ruby su presunte rivelazioni della stessa sui tentativi dei magistrati di “incastrare Berlusconi”.
La lettera, nonostante la dubbia credibilità, non è stata acquisita agli atti dibattimentali. La corte ha inoltre interdetto ai giornalisti ed agli operatori l’utilizzo di ulteriori tablet o smartphone per le riprese dal momento che la Rai, in qualità di servizio pubblico, al momento della sentenza trasmetterà via satellite il segnale per far sì che tutte le emittenti richiedenti possano aver modo di collegarsi direttamente con l’aula. Il verdetto di oggi, grazie anche alle ingenti ripercussioni politiche che genera, costituisce l’episodio inaugurale di una settimana che si fa cruciale tanto per l’ex premier Berlusconi quanto per le sorti dell’esecutivo di Enrico Letta. Come previsto sono numerosissime le fila di giornalisti, fotografi e troupe televisive che si sono radunate davanti al Palazzo di giustizia milanese. Tra loro molti spiccano anche molti corrispondenti ed inviati di testate e televisioni straniere, come Al Jazeera e Cnn, ma anche tv danesi, tedesche e giapponesi oltre a prestigiosi quotidiani inglesi come Guardian e Daily Mail.
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