Quindi una proroga che si presenta allargata rispetto a quanto prospettato all’inizio nella risposta data durante il question time in Commissione Finanze alla Camera dello scorso 30 maggio. In quella circostanza il Mef – attraverso il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Sabrina De Camillis – aveva chiarito che il differimento si sarebbe applicato “esclusivamente alle persone fisiche e ai soggetti diversi dalle persone fisiche che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore”.
Il comunicato stampa di ieri permette di rassicurare anche i Caf e i professionisti abilitati che successivamente alla risposta del question time aspettavano con preoccupazione il Dpcm sia per il super lavoro a cui sono stati costretti negli ultimi giorni sia per “calmare” i contribuenti potenzialmente interessati al differimento. Il problema principale era costituito, infatti, dalla coincidenza con l’acconto Imu che, nonostante il congelamento sull’abitazione principale deciso dal Dl 53/2013, coinvolge quasi 30 milioni di immobili, tra cui quelli impiegati nell’attività d’impresa o di lavoro autonomo.
Del resto, era proprio questo uno dei problemi per cui professionisti e associazioni di categoria avevano cominciato un pressing sul ministero dell’Economia per sottolineare la difficoltà di gestire contemporaneamente i due adempimenti e per chiedere un differimento dei termini di pagamento per Irpef e Irap. Un appello che è stato ripreso dall’interrogazione del deputato Pdl, Maurizio Bernardo, a cui il Mef aveva appunto risposto lo scorso 30 maggio.
Il differimento, dunque, riguarderà i contribuenti, sia persone fisiche che non, che svolgono attività d’impresa o professionali “coperte” dagli studi di settore, indipendentemente dall’esistenza di cause di esclusione e inapplicabilità; e che dichiarano ricavi o compensi non superiori al limite, attualmente di poco superiore ai 5 milioni di euro. Entrano anche inuovi minimi che, dal canto loro, non sono sottoposti al calcolo di Gerico. Un numero di tutto rispetto se si pensa che l’opzione per il nuovo regime con tasse al 5%, senza Iva e Irap, è stata messa in atto da 147 mila contribuenti che hanno aperto la partita Iva nel 2012.
Si aggiungono, ai predetti 147 mila, i soggetti che possiedono i requisiti che sono riusciti a passare dal vecchio al nuovo regime ridefinito dal primo decreto anti – crisi dell’estate 2011 (il Dl 98) con requisiti più restrittivi e finalizzati ad agevolare soprattutto l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità.
Il decreto di proroga “in corso di pubblicazione” sposta, così, per i soggetti interessati le scadenze di versamento per Irpef/Ires e Irap dal 17 giugno al prossimo 8 luglio; entro questa data si pagherà senza nessuna maggiorazione, poi dal 9 luglio al 20 agosto sarà possibile pagare con l’applicazione dello 0,40% in più. Sempre per i contribuenti interessati la proroga “copre” anche i versamenti riguardanti la cedolare secca sugli affitti ma anche le imposte sui patrimoni detenuti all’estero, vale a dire l’Ivie per quanto concerne le priorità immobiliari e l’Ivafe che si applica, invece, alle attività finanziarie in territorio straniero.
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