L’uomo ha affermato che sia la lettera che la richiesta di udienza pubblica non hanno rappresentato per lui “un gesto di sfida“, ma anzi ha sottolineato di voler porgere le proprie “condoglianze” alla famiglia Claps. “Il mio desiderio è un giorno quello di portare i fiori sulla tomba di Elisa“, ha letto in un passaggio della lettera a Filomena Iemma.
La madre della studentessa potentina non ha voluto ascoltare le parole dell’uomo, preferendo uscire dall’aula durante la lettura del testo a lei indirizzato. Gildo Claps, invece, il fratello maggiore della vittima uccisa il 12 settembre 1993, si è limitato a dichiarare: “da Restivo non mi aspetto nessuna verità“. Il legale dell’imputato, Alfredo Bargi, la settimana scorsa aveva avanzato ai giudici la richiesta di officiare il processo pubblicamente, aprendo le porte a pubblico e giornalisti.
Era palese che il potentino, come annunciato più volte dai suoi stessi legali, avrebbe ribadito in aula la propria innocenza, suscitando lo sdegno congiunto dei familiari di Elisa. Tuttavia l’appello al killer di Elisa è arrivato del tutto inaspettato. Tutti gli indizi infatti continuano a convergere sulla colpevolezza di Restivo, e nulla sembra poter trovare altrove l’assassino.
Tuttavia l’uomo, per fornire l’unica presumibile versione dei fatti, ha ricalcato un copione più volte utilizzato da chi rivela una colpevolezza pressoché insindacabile: si è limitato a discolparsi attribuendo la responsabilità ad un’altra persona, peraltro del tutto ignota. E lo fa senza vergogna, davanti alla stampa, avendo infatti i giudici della Corte d’Assise d’Appello salernitana accettato la richiesta avanzata da Restivo, rendendo pubblica l’udienza, pur contro il parere della famiglia Claps.
Quella di oggi è stata una delle ultime udienze. A seguito delle dichiarazioni rese da Restivo, in aula prenderà la parola l’avvocato co-difensore Marzia Scarpelli, essendo riservato l’intervento del collega Alfredo Bargi, al corso della prossima udienza, in programma il 23 aprile. Annoverati tra i materiali che i legali di Danilo Restivo intendono portare all’attenzione della corte del processo d’assise d’appello, figurano “la cartina di Potenza“, e svariate fotografie. “Materiale che verrà illustrato in aula, -hanno anticipato i difensori ai cronisti- fotografie che riguardano la ricostruzione di tutta la vicendaprocessuale. Elementi utili a dimostrare la tesi difensiva”. Il momento atteso da anni è dunque arrivato. Non resta che attendere il prosieguo dell’udienza.
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