Grasso e Boldrini: stipendio tagliato del 30%. Qualcosa è cambiato

Redazione 20/03/13
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L’effetto tsunami comincia a farsi sentire in Parlamento; infatti i presidenti di Senato e Camera, Pietro grasso e Laura Boldrini, hanno scelto di ridursi lo stipendio con un taglio del 30%, ma c’è di più hanno proposto lo stesso adeguamento anche ai titolari delle altre cariche interne in tema di indennità di ufficio e di altre attribuzioni attualmente previste. Alcune di queste cariche, addirittura, potrebbero essere eliminate del tutto come ad esempio i fondi per spese di rappresentanza.

I due neo presidenti, inoltre, vogliono che le Camere lavorino per cinque giorni a settimana, portando così a 96 il totale delle ore settimanali, del resto anche la conferenza dei capigruppo della Camera si è accodata alla proposta in un certo senso; nella prima riunione di legislatura ha optato per iniziare uno studio per ottenere un ridimensionamento delle spese di Montecitorio e cambiare le regole interne di funzionamento.

Diventare “veri e propri controllori dei conti” nel Palazzo è da sempre l’obiettivo principale per i grillini, e in concreto si realizza con una rappresentanza nelle Commissioni bicamerali, le giunte gli uffici di presidenza di Camera e Senato. Sul blog di Beppe Grillo, di primo mattino, si espone l’elenco delle invocazioni “vogliamo essere protagonisti del rinnovamento che abbiamo promesso in campagna elettorale”. E dunque “partecipare alle decisioni che si prendono al chiuso delle stanze dei bottoni, per rispetto della volontà popolare”. 

Il Movimento 5 Stelle, inoltre, per dar maggiore evidenza al concetto, ha indetto una conferenza stampa specifica presieduta dalla portavoce a Montecitorio Roberta Lombardi che ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni senza però lasciare spazio alcuno alle domande dei cronisti che si sono alquanto irritati per questo atteggiamento. Queste ore sono febbrili per il Movimento perché sono trascorse a stabilire la linea in vista delle scadenze politiche e nelle trattative per le principali cariche di governo degli organismi parlamentari ancora vacanti.

Domani mattina alle 9 e 30 è la data in cui è fissato l’incontro fra la delegazione del M5S e Napolitano, sul Colle saliranno, oltre ai capigruppo Vito Crimi e Roberta Lombardi e con ogni probabilità ci saranno sia Beppe Grillo che il cofondatore Gianroberto Casaleggio. Sul fronte interno, in rigorosa diretta streaming, l’assemblea del gruppo alla Camera, ieri, ha ufficializzato l’elezione di Roberta Lombardi a presidente, con il solito metodo della “graticola” è stato poi scelto Riccardo Nuti, palermitano, in qualità di vicepresidente vicario dei deputati del M5S.

Sarà proprio lui che tra tre mesi sostituirà la Lombardi alla leadership del gruppo di Montecitorio per i successivi tre mesi, anche se con un artificio burocratico la prima rimarrà formalemente “presidente” per evitare di cambiare ciclicamente il responsabile legale. Il regolamento interno del M5S prevede, infatti, che l’incarico sia svolto a rotazione ogni tre mesi. Dal M5S è giunto poi il nome di Luis Alberto Orellana per la vicepresidenza di Palazzo Madama mentre Laura Bottici è la candidata al ruolo di questore.

La questione delle commissioni è il motivo degli scontri già visti con il resto dei partiti. Alla conclusione dell’incontro dei capogruppo a Montecitorio, tutte le formazioni coincidono sul fatto che l’attività di queste non possa cominciare senza la costituzione del nuovo governo, ma non Roberta Lombardi.

Redazione

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