I magistrati della quarta sezione penale del tribunale, dinanzi ai quali si sta celebrando il processo Ruby, si sono ritirati in camera di consiglio per valutare l’accoglimento dell’istanza avanzata dalla difesa dell’ex premier. In attesa della decisione, il pm Boccassini ha richiesto al tribunale la predisposizione di una turnazione di cancellieri fino a sera, al fine di poter garantire comunque lo svolgimento della sessione. I legali di Berlusconi, inizialmente, avevano comunicato che l’assistito sarebbe stato impegnato in una riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl, a Roma, per tutta la mattinata e che nel pomeriggio sarebbe rimasto impossibilitato a causa dell’appuntamento programmato con il premier uscente Mario Monti in vista del consiglio europeo della prossima settimana.
Tutti gli impegni, però, sono ‘magicamente’ saltati e rimandati a data ancora da definire (forse da tenere in serbo per le ulteriori sentenze) dal momento che la congiuntivite del Cavaliere si è aggravata durante la notte, così come riferito dall’avvocato Nicolò Ghedini. La difesa ha depositato una certificazione medica, firmata dal primario della clinica oculistica del San Raffaele, nella quale viene indicata sotto il termine di “uveite” la patologia di cui pare soffrire il leader Pdl. Nella documentazione medica, si fa menzione anche delle “gravi complicanze” che potrebbero insorgere con l’esposizione a fonti di luce particolarmente intensa.
Ora, vista la giornata uggiosa, e a meno che le aule del tribunale non siano dotate di illuminazione led, non sembra confutabile il parere esposto dal pm. Boccassini ha appunto precisato come il fatto che Berlusconi si sia fatto visitare il 5, il 6 e il 7 marzo al San Raffaele, e dal momento che i tre attestati medici forniti dai difensori non certificano un peggioramento tale da non consentire all’ex premier di esporsi alla luce, costituisca “un’escalation che sembra congetturata ad hoc per non celebrare l’udienza”.
“Non è la prima volta che mi devo esprimere su un legittimo impedimento -ha proseguito il pubblico ministero- e vista la strategia tenuta in passato da Berlusconi, quanto rappresentato dai suoi legali con questi certificati medici non può rappresentare un impedimento assoluto”. “Un medico serio -ha concluso Boccassini- avrebbe dovuto rilevare fin dalla prima visita” l’impossibilità del Cavaliere ad uscire di casa e la correlata necessità di rimanere a riposo per il periodo comprensivo dei sette giorni. Non si è fatta attendere la replica della difesa, che ha puntualmente ribadito come la contestazione di Ilda Boccassini sia fondata sulla “logica del sospetto”. Visti i precedenti, tuttavia, il sospetto pare legittimo.
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