Il centrosinistra ha ottenuto 120 senatori, il centrodestra 117, lo tsunami grillino ne garantisce 54 al Movimento Cinque Stelle, i centristi di Scelta civica per Monti si fermano a soli 18 eletti. Si annettono ai numeri, rimasti pur sempre ininfluenti, 6 senatori eletti all’estero e 4 senatori a vita (di cui uno è Mario Monti), che diventeranno 5 alla scadenza del mandato presidenziale quando sarà lo stesso Napolitano a ricoprire lo scranno di ‘riserva’ agli ex presidenti.
Poco più definita appare la congiuntura alla Camera, dove la vittoria di misura della coalizione Pd-Sel (124 mila voti di distanza rispetto a Pdl-Lega) consegna nelle mani del centrosinistra una maggioranza di 340 deputati. Restano ora le aspettative per lo spoglio di Lombardia, Lazio e Molise, tutte regioni che hanno espresso anche il voto per il governatore.
Sono tanti i rumors che prospettano l’inevitabile Governissimo, a fronte di un possibile ritorno ai seggi che sembra provocare il dissenso trasversale delle parti politiche. “Ci stiamo avviando verso una Terza Repubblica di cui nessuno sa prettamente nulla” delibera l’analisi di Claudio Tito su La Repubblicatv. L’alleanza ipotizzata da molti come necessaria tra le due coalizioni principali, Pd e Pdl, risulta pertanto la sola alternativa praticabile all’anticipazione delle urne.
Il primo commento di Silvio Berlusconi pare aprire alla grande coalizione: “Tutti con grande responsabilità dovremo riflettere, questa Italia non può non essere governata“. “No a un governo Pd-Pdl” è la replica su Twitter di Anna Finocchiaro, presidente del Pd. “Diciamo no ad un Governo Pd-Pdl. E’ necessario un Governo per il cambiamento. Cercheremo in Parlamento una maggioranza per fare le riforme“, ribadisce Finocchiaro dal fronte democratico. Propone, invece, un dialogo con Pd e Sel che sia anche aperto al movimento di protesta di Grillo il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris prospettando lo scenario politico post-elettorale che si delineerà nel napoletano.
Gli eletti del Cinque Stelle in Parlamento, ben 108 deputati e 54 senatori, dovranno optare per la declinazione ‘cittadino’ o ‘cittadina’ al posto del disprezzato ‘onorevole’, saranno altresì tenuti a declinare eventuali ospitate televisive, esplicitando giornalmente le votazioni svolte negli emicicli di Camera e Senato con video pubblicati sul canale youtube del movimento. Questi sono soltanto alcuni dei dettami ‘d’oro’ che il ‘Codice comportamentale’ dei neo-eletti parlamentari grillini, redatto un paio di mesi fa in vista dell’approdo romano ufficiale delle ‘truppe’ a Cinque Stelle, sancisce come principi da seguire con rigore nell’imminente arena politica.
“Noi siamo l’ostacolo” ad un’ipotetica coalizione Pd-Pdl ha ribadito Beppe Grillo nelle ultime dichiarazioni. “Contro di noi non ce la possono più fare, che si mettano il cuore in pace. Potranno andare avanti ancora 7, 8 mesi a fare un disastro, ma cercheremo di tenerlo sotto controllo. -prosegue sul suo blog il leader genovese- Cominceremo a fare quello che abbiamo sempre detto, le nostre stelle: l’acqua pubblica, la scuola pubblica, la sanità pubblica. Se ci seguono ci seguono. Se no la battaglia sarà molto dura per loro”.
A chiarire ulteriormente la sua posizione post elettorale Grillo pubblica: “La cosa che mi dà malessere sono questi milioni di persone che galleggiano nella crisi, che sono stati solo sfiorati dalla crisi, che sono riusciti a vivacchiare a discapito degli altri milioni che non ce la fanno più. Il problema dell’Italia sono queste persone. E finchè non gli toccheranno gli stipendi o le pensioni, per loro va benissimo immobilizzare il Paese, ma durerà poco, molto poco questa situazione”.
Il leader del Movimento Cinque Stelle definisce un “crimine contro la galassia” riconsegnare le fila dello Stato in mano a Berlusconi, definito dallo stesso Grillo un “Mastrolindo che ha contribuito ad affossare il Paese”. Si dichiara categorico nell’escludere, per il momento, prospettabili “inciucetti o inciucini”, confermando la volontà del movimento di procedere da solo e di valutare non tanto le fazioni bensì le idee che saranno proposte e che dovranno essere unilateralmente affrontate per amministrare con stabilità la nazione.
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