La conseguenza reale, se fosse applicata la proposta del Cavaliere, ossia la restituzione dell’Imu 2012 sulla prima casa e l’abolizione del prelievo per il 2013, sarebbe una forte sperequazione, cioè si verificherebbe una distribuzione disomogenea. E’ stato Antonio Misiani, il tesoriere del PD, l’artefice di questa analisi che si fonda sulla considerazione che il gettito generato dall’Imu sull’abitazione principale è stato di 4 miliardi di euro; ” un ammontare superiore ai 3,3 miliardi di euro stimati dall’Agenzia del territorio ad aliquota base a causa della decisione di molti comuni di ritoccare all’insù l’aliquota stessa”.
Ora, partendo da una ripartizione dei contribuenti in “decili” di rendita catastale, il Nens praticamente può dimostrare che il 20% dei contribuenti più ricchi ha corrisposto un’ Imu di 1 miliardo e 786 milioni di euro, ossia il 44,65% dei 4 miliardi di gettito totale generato dall’imposta sull’abitazione principale. E’ questo il ragionamento che sta dietro all’affermazione per cui la restituzione dell’Imu altro non sarebbe che un regalo per i ceti più ricchi.
Se nel 2012 il 20% dei più abbienti ha erogato 1 miliardo e 786 milioni di euro, è propriamente questa la cifra che lo stesso 20% si troverebbe ad incassare come restituzione dell’Imu sulla prima abitazione. Ed è sempre questa cifra che equivarrebbe all’alleggerimento derivante dall’eliminazione dell’Imu sulla prima casa a cominciare dal 2013. Dunque fra restituzione da parte dello stato e prossima abolizione nel 2013 il saldo a favore dei contribuenti più benestanti si confermerebbe sui 3 miliardi e 572 milioni di euro.
Mediante la medesima tipologia di ragionamento, il Nens riesce a cifrare la distanza redistributiva che si verificherebbe a carico del 20% dei contribuenti più poveri. Sempre avvalendosi della suddivisione in “decili”, infatti il pensatoio riscontra che il 20% in questione ha pagato un’Imu sulla prima casa di 203 milioni di euro, cioè il 5,08% dei 4 miliardi complessivi. Anche qui, i 203 milioni di Imu2012 corrisponderebbero alla somma resa dallo stato nella circostanza fosse rispettata la promessa del Cavaliere.
Se invece non dovesse verificarsi la restituzione corrisponderebbe comunque allo sgravio del 2013 e quindi, fatta la somma tra restituzione e futuro sgravio, se ne deduce che per il 20% dei contribuenti “meno benestanti” il beneficio si fermerebbe ai 406 milioni di euro. “Una cifra 8,8 volte inferiore allo sgravio garantito ai più ricchi” riscontra lo studio del Nens, facendo riferimento ai 3,572 miliardi che riguarderebbe la fascia di contribuenti più ricchi.
La conclusione di questo studio è che sicuramente una revisione dell’Imu è a dir poco necessaria però “occorre in particolare alleggerire il carico sulle abitazioni principali di valore medio e medio – basso rendendo l’imposta più equa“. In tal senso viene ricordato che “il Pd propone di innalzare la detrazione a 500 euro“. Altra cosa, invece, ” è l’abolizione totale dell”Imu sulle prime case. Le ingenti risorse necessarie per esentare le abitazioni principali di valore più elevato“, conclude l’analisi, “potrebbero essere meglio finalizzate utilizzandole per ridurre il carico fiscale sui redditi da lavoro e da impresa”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento