Nonostante Berlusconi sia ancora al centro di tutte le schermaglie verbali pre-voto, i suoi colpi a sorpresa sembrano aver perso l’efficacia del passato, quando lo spinsero, nel 2006, verso il clamoroso pareggio e poi, nel 2008, a garantirgli l’appoggio di una maggioranza tra le più ampie della storia repubblicana.
Stavolta, però, i sondaggi sembrano più sfavorevoli al Cavaliere. Sarà che, sul suo percorso politico, pesano lunghi e difficili anni di governo, che la sua quasi inesauribile riserva di credibilità verso l’opinione pubblica vada estinguendosi o, comunque, che gli elettori oggi ricorrano a diversi canali d’informazione che hanno appannato il mezzo televisivo, se la proposta del rimborso Imu doveva mettere il turbo alla rimonta del centrodestra, l’intento non è stato raggiunto.
Lunedì scorso, la rilevazione consueta di Emg per il tg di La7, datato 1° febbraio, quindi due giorni prima del via al tormentone Imu, stabiliva la coalizione di centrosinistra al 35,9%, con un vantaggio di 8 punti esatti dal 27,9% del rassemblement berlusconiano. I due partiti maggiori, Pd e Pdl, sancivano il divario tra i due poli, con il 30,2% a favore dei democratici ben distante dal 19,6% del popolo della libertà.
Il trend è stato poi confermato lunedì nella trasmissione Piazza pulita, dove è stata presentata un’indagine condotta da Ipr Marketing con il partito di Bersani al 30% secco, lontano dieci punti dal 20% del Pdl. Tra le coalizioni, forbice più stretta a 6 lunghezze, con centrosinistra a 34,7% e il fronte guidato dal Cavaliere al 28,6%.
Sondaggi, questi, forse troppo sbilanciati verso centrosinistra perché – come già avevano riconosciuto nella scorsa settimana Euromedia e Tecnè, seguiti poi da altri istituti – in realtà il centrodestra era in lento recupero sin dal ritorno in scena del Cavaliere, richiamando a sé un discreto numero di vecchi elettori propensi al non voto, e poi dallo scandalo Mps, che ha indebolito il Pd.
Il vantaggio ridotto dal centrosinistra è certificato anche dall’Istituto Piepoli il quale, in un sondaggio datato 4 febbraio, dunque nel pieno del turbinio Imu-condono, vedeva le due coalizioni lontane 5 punti, 37% per Bersani conto il 32% degli avversari diretti.
E veniamo alle ultime rilevazioni. Intanto, Imu e condono hanno centrato il bersaglio? In minima parte, almeno secondo Ispo che, sul Corriere della Sera – certifica come, tra coloro che ancora si dichiarano “indecisi”, i colpi di teatro del Cavaliere abbiano convinto solo il 4%. Attenzione, però, 4% degli indecisi, non degli elettori totali: una percentuale che gravita attorno al singolo punto percentuale teoricamente incamerato dal Pdl.
Che la proposta non abbia suscitato ovazioni nell’opinione pubblica, lo dimostrano poi le reazioni generali all’ipotesi del rimborso: il 57% degli elettori – e il 59% tra gli indecisi – valutano negativamente l’idea, con il solo 12% che la giudica “molto” positiva.
Il Cavaliere, insomma, sa di aver toccato, con la bordata Imu e la “ciliegina” del condono tombale, il nervo scoperto della popolazione vessata da una pressione fiscale da record, ma sconta il basso indice di affidabilità che ormai gli riconosce l’opinione pubblica.
E che il vento per il Cavaliere, oggi, non sia a favore, lo conferma l’ultimo sondaggio Ipsos, presentato ieri sera in a Ballarò – dove solo il 16% degli intervistati si dice convinto che il Cavaliere riuscirebbe, se vincente, a mantenere l’impegno del rimborso. Lo schiaffo, poi, è quel 67% di elettori che vi scorge “una proposta demagogica”, che fa il paio con il 54% dei giudizi negativi anche sul condono tombale.
Percentuali in linea con l’andamento dei partiti principali: l’istituto di ricerca vede addirittura una risalita del Partito democratico al 31,8%, con il Pdl che indietreggia al 18,5%. Brilla, come ormai attestano tutti i centri demoscopici, il MoVimento 5 Stelle, al 14,5%, mentre la Scelta Civica di Monti oltrepassa il 10% anche alla Camera (dove si presentano anche Udc e Fli).
I rapporti di forza, così, uscirebbero immutati dall’avanzata “fiscale” della campagna berlusconiana: Pd e alleati raccoglierebbero il 36,7%, con il centrodestra fermo al 28% e la coalizione montiana al 15%.
Dunque, Imu e condono sono stati un boomerang per Berlusconi? Sostenere che il Pdl abbia potuto finanche perdere consenso dopo le uscite del Cavaliere sembra azzardato, tanto è vero che la stragrande maggioranza dei suoi sostenitori ha accolto calorosamente le proposte (89% secondo Ispo).
Però, se, nelle intenzioni del Cavaliere, questi colpi a sorpresa avessero dovuto imprimere l’accelerazione decisiva per il testa a testa finale, l’obiettivo sembra tutt’altro che raggiunto. E Berlusconi, per primo, ne è consapevole: non a caso, ieri sera, intervistato sempre a Ballarò, ha rilanciato con l’abolizione di tutti i finanziamenti ai partiti già nel primo Consiglio dei ministri – cercando di pescare nell’area grillina – invitando poi a desistere dal voto per formazioni come “Fare” di Oscar Giannino che, a suo dire, aiuterebbero Bersani. Tutti segnali inequivocabili: nonostante la sua capacità di posizionarsi al centro del dibattito ancora indiscussa, Berlusconi teme che stavolta il miracolo potrebbe non avverarsi.
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