Le novità contenute nella riforma abbracciano la vita comune a 360 gradi, sia nel privato degli appartamenti che negli spazi condivisi e, soprattutto, nella gestione dell’ente condominiale a livello amministrativo e di bilancio.
In primis, ecco le modifiche che investono proprio la parte decisionale della struttura di residenza, a partire dalle sue figure o organismi di rappresentanza, fino alla modalità di pubblicazione delle spese.
Partendo dalla figura dell’amministratore, va sottolineato che ora dovrà quantomeno aver conseguito il diploma di scuola superiore e sarà costretto a frequentare corsi di aggiornamento a scadenza regolare. La sua carica resterà in vigore per un biennio e sarà il referente sulle questioni più strettamente burocratiche ed economiche dell’edificio, a partire dal conto corrente, dalla stipula di assicurazioni specifiche, e attivando il sito internet su cui vengano pubblicati tutti gli oneri e i consuntivi del condominio.
Quindi, sempre in fatto di diffusione degli aspetti contabili dell’edificio, la trasparenza è il concetto cardine che, da oggi, guiderà le stesure dei bilanci, alla stregua di una vera e propria società operante sul mercato. Centrale anche la competenza con cui dovrà essere completato il rendiconto, mettendo bene in luce tutte le voci di spesa o di entrata.
Le assemblee, invece, che non potranno essere b di qualsiasi religione riconosciuta dallo Stato italiano, si avvalgono della validità di maggioranze più flessibili, e, in seconda convocazione, basterà il 50%+1 dei presenti e un terzo di voti sul totale a favore per rendere operativa una delibera. Tali pronunciamenti saranno validi particolarmente per l’installazione di sistemi di videosorveglianza.
Passando, invece, alle questioni più di diretto interesse dei residenti, si arriva innanzitutto alla possibilità, per i singoli condòmini, di rinunciare alle parti comuni e, con esse, gli impianti centralizzati di climatizzazione, sia riscaldamento che i condizionatori, dunque. Luce verde anche alla costruzione di box in cortile, cui dovranno però aderire i quattro quinti dei residenti e dei millesimi.
Passati, nonostante qualche distinguo e piccole contestazioni, anche le norme che vietano ai regolamenti condominiali di interdire la presenza in appartamento degli animali domestici. La norma ha valore retroattivo: laddove tali inibizioni siano presenti, andranno cancellate.
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